Non mancano certo nelle Costituzioni dei Paesi Ue i riferimenti alla libertà di espressione e informazione. Ma proclamare i diritti non significa anche rispettarli. Quello che capita nell’Ue è inquietante: violazioni, aggressioni e intimidazioni sono state, solo tra marzo e giugno 2020, un centinaio, comprendendo i Paesi candidati ad entrare nell’Ue. Tra questi ultimi si sono distinti per mala informazione in particolare l’Albania, la Serbia e, più di tutti, la Turchia. Non hanno fatto molto meglio Italia, Regno Unito e Germania, seguiti a distanza da Slovenia, Grecia e Francia. Dopo quanto avvenuto nei giorni scorsi negli Usa, bombardati in continuità da fake news ad opera di un presidente prepotente e non solo, c’è quanto basta per suonare un campanello d’allarme anche in casa nostra, per non parlare del resto del mondo.