Cuneo – Il diritto a frequentare la scuola in presenza e in sicurezza; le ricadute sulle generazioni future dell’attuale crisi economica e dei debiti che si stanno contraendo per farvi fronte; la riorganizzazione dei trasporti in vista del rientro in classe. Sono questi i temi sui quali prende posizione il Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo, richiamando l’attenzione su quella fascia di popolazione che va dai 13 ai 18 anni (ossia dalla fine delle medie a tutte le superiori) che “in questi mesi – dichiara il presidente del sodalizio Silvio Ribero – è stata completamente dimenticata, penalizzata in tutti i Dpcm fin qui emanati”. E “questo perché – prosegue Ribero – non esiste nessuna “lobby di potere” che supporti gli interessi di questi ragazzi e che difenda i loro diritti per poter accedere ad una scuola sicura e in presenza. La scuola ha lavorato mesi per mettersi in sicurezza, ma finora non sono state fatte scelte adeguate per riportare tutti i ragazzi in classe. Il continuo disaccordo sulla data di riapertura ne è una dimostrazione. Al momento non vedo la volontà di fare scelte in grado di garantire una solida ripartenza della scuola post pausa natalizia. Non è pensabile proseguire facendo finta che la didattica a distanza(dad) o la didattica digitale integrata (ddi) siano la cura adeguata. Siamo l’unico Paese europeo che sta tenendo gli alunni a casa da quasi un anno: non è più tollerabile”.
La presa di posizione cuneese segue la lettera aperta del Forum nazionale delle associazioni familiari nella quale il presidente Gigi De Palo sottolinea che sarà proprio sulla generazione 13/18 anni che andranno a ricadere i debiti che si stanno accumulando per far fronte alla crisi economica aggravata dal Covid: ““I nostri figli – scrive De Palo – meritano risposte serie, anche perché i miliardi del Next Generation EU, lo strumento europeo di emergenza per la ripresa, li stiamo prendendo in prestito dal loro futuro, senza neppure chiederglielo”. E invoca “un disegno coerente e integrato per l’impiego di questi fondi, che difenda, in particolare, i nostri figli, attuali studenti, genitori e lavoratori futuri”.
Infine, alcune considerazioni sui trasporti. “La proposta di un rientro al 50% – spiega Ribero – non garantisce la stessa ripartizione sui trasporti; la distribuzione degli alunni sui diversi corsi di studio non rispecchia la loro provenienza, per questo sarebbe utile mettere insieme e incrociare i dati degli iscritti nei vari istituti. In questo modo si conoscerebbero subito le reali esigenze di trasporto sul territorio e di conseguenza ci si potrebbe organizzare. Ad esempio, suddividendo le tratte con mezzi che raccolgano i ragazzi che provengono da più lontano solo fino ad un certo punto del percorso, facendoli proseguire fino alla fermata per la prima scuola col subentro di un bus che si concentri sulla restante parte di tragitto. In tal modo si otterrebbe anche uno scaglionamento degli arrivi, creando degli intervalli “cuscinetto” ad inizio e fine lezione per consentire arrivi e deflussi diversificati non per classe, ma per provenienza degli studenti”.