È diffusa in questi giorni tra i giovani la voglia di tornare a scuola. È una buona notizia per un anno che inizia tra mille difficoltà questa spinta positiva della più giovane età, un normale “sì” alla vita.
Non è purtroppo quello che accade ai “ragazzi del no”, quelli che non studiano, non lavorano e non si formano: li chiamano i “neet” (Not in Education, Employment or Training) e in Europa sono tanti, troppi.
Tra i giovani tra i 15 e 24 anni si registra in Europa una media di “neet” dell’11,6%, purtroppo quasi il doppio in Italia, in questa sconfortante classifica: il 20,7%. In fondo alla classifica, in vantaggio di ben 5 punti percentuali, fanno meglio di noi Bulgaria e Spagna.
Sembrava che la distanza andasse diminuendo nei due anni scorsi quando in Italia si era scesi al 18,1% nel 2019.
C’è chi vorrebbe mettere questi numeri sul conto del Covid-19. Ma forse non è il solo virus ad esserne responsabile.