Demonte – Si era recato con il suo camper in valle Stura e aveva parcheggiato il veicolo in un’area di sosta. Insieme alla moglie si era allontanato di poco, ma avendo dimenticato il cellulare era tornato indietro. Vicino al camper trovò il signor A. G. che lo avrebbe aggredito con pugni e calci perché il mezzo era stato parcheggiato in una zona di sua pertinenza. L’uomo, rinviato a giudizio per lesioni, si è difeso sostenendo di non aver assolutamente aggredito la presunta vittima la quale, in quell’agosto 2017, utilizzava delle stampelle perché reduce da un’operazione e in quella circostanza era scivolata da sola procurandosi delle escoriazioni compatibili, secondo la perizia di parte, con una caduta autonoma.
La parte offesa, costituita in giudizio, aveva riferito di essere stata aggredita a pugni e poi, caduto a terra a causa dei colpi ricevuti, sarebbe stato preso a calci. Le ferite, curate all’ospedale, erano state giudicate guaribili in 20 giorni.
Per l’imputato l’accusa ha chiesto una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione giudicando accertati i fatti così come testimoniati dalla moglie che era tornata indietro subito dopo e aveva visto il marito a terra ferito, e dai Carabinieri intervenuti poco dopo, e come riscontrato dal referto medico.
La difesa invece ha chiesto l’assoluzione sottolineando che quelle ferite erano compatibili con una caduta autonoma, dovuta al fatto che nella discussione tra i due, la parte offesa avrebbe alzato in aria la stampella e così facendo avrebbe gravato il peso sulla gamba scivolando a terra e ferendosi.
Il giudice ha condannato l’imputato a sei mesi di reclusione e al pagamento di 2.000 euro di risarcimento (immagine di repertorio).