Torino – La Regione Piemonte risponde alle polemiche nate dopo la cancellazione nel bollettino nazionale covid-19 della Protezione Civile della parte dei dati regionali relativi ai test rapidi, circa 220.000, con conseguente indicazione dei soli tamponi molecolari. “L’anomalia -spiega l’assessore alla Sanità, Icardi – è nel bollettino nazionale che non include gli antigenici: necessario allinearlo alle disposizioni europee”, mentre l’assessore alla Ricerca covid, Marnati, commenta che “prima di emettere giudizi che creano allarme sociale sarebbe utile informarsi”. Dalla Regione spiegano come il report settimanale di monitoraggio sia sempre stato elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità tenendo conto sia dei tamponi molecolari che dei test rapidi antigenici comunicati da tutte le Regioni, in linea con quanto previsto dal Decreto che definisce i criteri per monitorare il rischio sanitario. Nessuna anomalia, quindi, nella trasmissione dei dati, né tantomeno sulla definizione degli scenari che nelle scorse settimane hanno sancito il passaggio del Piemonte prima in zona arancione e poi in zona gialla. A certificarlo è l’ISS stesso, con una nota trasmessa alla Regione Piemonte: il Decreto del 30 aprile (richiamando il Dpcm del 26 aprile) scrivono dall’Istituto superiore di Sanità “non prevede una specifica circa la tipologia di tampone”, includendo quindi per la valutazione sia i test molecolari che quelli antigenici. Non notificare i casi positivi risultati da tamponi rapidi, confermano ancora dall’ISS (nello specifico i test antigenici che per presenza di un link epidemiologico non richiedono conferma con test molecolare) avrebbe “verosimilmente portato nel periodo di novembre ad una sottostima della valutazione del rischio”. “La Regione – conclude Icardi – è sempre stata cosciente della regolarità del proprio operato e di quello dei suoi tecnici, oggi lo certifica anche l’Istituto Superiore di Sanità mettendo fine a polemiche sterili e infondate”.