Cuneo – Dovrebbe arrivare oggi o i primi giorni della prossima settimana lo studio definitivo del progetto del nuovo ospedale di Cuneo nelle mani del sindaco Federico Borgna.
Doppio progetto a Confreria intorno al Carle e a Cuneo ristrutturando e ampliando il Santa Croce. Un doppio studio con il sistema cosiddetto “a semafori” cioè indicando i pro e i contro di ognuna delle due localizzazioni, se in periferia nella frazione di Confreria o se in centro città a due passi dalla stazione e dal terminal dei pullman. Progetti che terranno conto del dopo Covid e di quanto la pandemia ha insegnato o dovrebbe aver insegnato a chi gestisce la sanità.
Spetterà al Comune, in base alle indicazioni tecniche fare l’ultima scelta quella definitiva del luogo dove il nuovo ospedale dovrà sorgere e sarà l’ospedale di riferimento non solo per Cuneo per i prossimi 50 anni.
Ma la decisione dell’Amministrazione di Cuneo deve tenere conto di molti aspetti non solo i vantaggi di una o l’altra locazione: tra questi il consumo di nuovo territorio agricolo ma soprattutto la decisione, reale e non solo di ipotesi e promesse, su cosa fare e come recuperare l’area che viene abbandonata. Pensare all’abbandono del Santa Croce come ospedale a vantaggio del Carle vuol dire prendersi la responsabilità dell’abbandono e della desertificazione di un’area e di edifici immensi nel cuore della città, che significa la morte del commercio intorno e di un’area che già oggi ha troppi luoghi praticamente inutilizzabili come il vicino Movicentro, una buona parte del Palazzo degli Uffici Finanziari, alcune parti delle ex caserme del quartiere.