La pandemia di Covid 19 sta cambiando il mondo del lavoro. Introduce nuovi strumenti, ridisegna nuovi rapporti di collaborazione con i colleghi e sovrappone sempre più vita privata e vita professionale. Una tendenza che riguarda, con più o meno vigore, tutti i Paesi dell’Unione.
In questa fine anno 2020, Eurostat ha aggiornato le sue statistiche per quanto riguarda il costo del lavoro nei vari Stati membri, mettendo in luce le grandi differenze che esistono fra loro.
Nel 2019, ad esempio, il costo del lavoro orario medio era pari a 27.70 euro nell’UE 27, variando da 6 euro in Bulgaria a 44,7 euro in Danimarca. L’Italia superava di poco la media europea con 28,8 euro.
Sempre nel 2019, la retribuzione netta annua di un lavoratore medio single senza figli era di 23.600 euro a livello europeo, variando da 6.000 euro in Bulgaria a 42.600 in Lussemburgo. L’Italia si collocava sotto la media europea con poco più di 20.000 Euro.
Per una coppia media di lavoratori con due figli, la retribuzione netta annua era di 50.500 Euro a livello europeo, passando da 12.100 euro in Bulgaria a 94.600 in Lussemburgo; anche qui l’Italia si ritrova al di sotto della media europea con poco più di 45.000 euro.
Sono cifre che la dicono lunga sulle disparità sociali ed economiche che esistono fra gli Stati membri dell’Unione Europea.