Cuneo – Ci sono anche grandi nomi dei vini rossi della Granda tra le oltre 50.000 bottiglie contraffatte scoperte da Carabinieri e Guardia di Finanza che ieri (giovedì 10 dicembre) hanno eseguito nove misure cautelari emesse dal tribunale di Asti, con cinque persone agli arresti domiciliari e quattro con obbligo di dimora. Numerose le perquisizioni, sia in provincia di Cuneo e in Piemonte, sia nel resto d’Italia: è stata infatti scoperta un’organizzazione che operava a livello internazionale ed era strutturata per operare nel complesso settore delle contraffazioni vitivinicole. Tra i riscontri, nelle indagini i militari sono riusciti a individuare oltre 50.000 bottiglie commercializzate in Svizzera tra il 2016 e il 2018, per quasi un milione di euro.
Le accuse sono di associazione a delinquere, riciclaggio, frode nell’esercizio del commercio di bevande, contraffazioni (di indicazioni geografiche o denominazioni di origine alimentare), fatture per operazioni inesistenti. Sequestrato ingente materiale per la contraffazione dei sigilli e per additivi per vini (oltre 200 chili di aromi e coloranti, tutte sostanze vietate nell’uso enologico), oltre a 15.000 bottiglie già pronte. Tra i vini commercializzati anche Amarone e Sassicaia, tra le etichette anche Gaja, notissimo produttore con sede a Barbaresco (immagine di repertorio).