Verzuolo – Coincidenze ed equivoci sono all’origine del processo in corso al tribunale a carico di N.M. un 40enne di origini albanesi residente a Cuneo e assunto come vigilante durante la sagra di Verzuolo dell’aprile del 2017. Quella sera alla festa era presente anche la parte offesa, un ragazzo di 19 anni di Centallo che insieme ad alcuni amici aveva trascorso la serata alla sagra. Proprio mentre il gruppo si stava allontanando, era in corso una colluttazione tra N.M. ed un altro avventore. Vedendo la scena il gruppo si sarebbe fermato e in quel momento il 19enne avrebbe ricevuto un messaggio sul cellulare; tirandolo fuori per leggere la notifica si sarebbe attivato il flash, un gesto che il buttafuori interpretò come l’intenzione di fare una foto e, stando a quanto riferito dagli amici che si trovavano con il ragazzo aggredito, il vigilante lo avrebbe strattonato per un braccio, strappando la manica del giubbotto e gli avrebbe dato una schiaffo sull’orecchio, provocando una ferita e un trauma al collo con prognosi di 21 giorni. Comprendendo l’equivoco che si era verificato, un collega di N.M. si mise in mezzo e anche gli altri ragazzi dissero all’uomo che il loro amico non stava fotografando ma solo rispondendo ad un messaggio. l’udienza è stata aggiornata al 17 dicembre per il completamento dell’istruttoria e la discussione.