Anche quest’anno abbiamo assistito ai numerosi incendi che hanno distrutto le foreste tropicali di tutto il mondo. Un recente rapporto dell’Istituto Global Forest Watch, attira l’attenzione sulla gravità di un fenomeno che aumenta di anno in anno, mettendo sempre più in pericolo il ruolo importante delle foreste pluviali nella cattura di gas serra e nella protezione della biodiversità.
Il 2019 è stato uno degli anni più devastanti: Brasile, Argentina, Bolivia, Australia, Congo sono state le zone più colpite, con una perdita di circa 21 milioni di ettari di foresta distrutti.
Ma non sono solo gli incendi a distruggere i polmoni della terra, molto è dovuto all’espansione agricola, al disboscamento e all’estrazione mineraria. L’Amazzonia è, ad esempio, particolarmente in pericolo visto che nel solo anno 2019 ha perso 12 milioni di ettari. Eppure, la foresta amazzonica è di vitale importanza per far fronte ai cambiamenti climatici perché assorbe un’enorme quantità di CO2, accumulando dai 150 ai 200 miliardi di tonnellate carbonio. Una capacità tuttavia messa a dura prova, visto che, da un po’ di anni a questa parte, anche questa foresta fa sempre più fatica a respirare.
Infine, un dato su cui riflettere: l’Unione Europea è responsabile, da sola, del 10% della distruzione delle foreste nel mondo, dovuto in particolare all’importazione di prodotti alimentari, come carne, soja, olio di palma e cacao.