Cuneo – Due studentesse di V del Liceo Classico e Scientifico “S.Pellico-G.Peano” di Cuneo, Anna Bonavia e Giulia Meineri, hanno voluto dire la loro oponinione sulla situazione scuola in relazione all’emergenza sanitaria. Alcuni ragazzi manifestano davanti a scuola, e anche le due ragazze vogliono manifestare, ma con un messaggio diverso…
“Abbiamo diritto ad una prospettiva”
Non diremo che ci stanno privando del diritto all’istruzione. La stiamo ricevendo, di una qualità non paragonabile a quella che si riceve in presenza, ma la stiamo ricevendo.Siamo ben consapevoli che, come cittadine, per godere dei diritti dobbiamo adempiere ai doveri. Diritto all’istruzione? Seguiamo pazientemente le lezioni a distanza. Diritto alla salute? Rispettiamo le norme di sicurezza. Ma salute non significa soltanto non contrarre il Coronavirus. Salute significa anche equilibrio psico-fisico, possibilità di praticare seriamente uno sport (che per definizione presuppone un confronto), possibilità di coltivare relazioni interpersonali e umane, di essere insomma “animali sociali”. Cosa dobbiamo fare per godere di questi diritti? Pretendere che chi di dovere si metta al lavoro da adesso fino a fine emergenza per garantirceli in futuro. Non stiamo chiedendo di tornare a scuola seduta stante (ah, quanto sarebbe bello!) perché siamo consapevoli dei rischi che comporterebbe, ma di avere la prospettiva di tornarci in futuro. Non neghiamo la gravità dell’emergenza sanitaria, ma dobbiamo avere la speranza che questa finisca. E non la speranza che abbiamo avuto a marzo aprile maggio giugno di tornare a scuola a settembre, già debole di per sé e poi definitivamente stroncata dopo poche settimane del nuovo anno scolastico, dato che effettivamente poco o niente è stato fatto per realizzarla in modo definitivo. Come allora, siamo disposti a fare sacrifici se c’è una prospettiva positiva, con la differenza che ora non crediamo più alle chiacchiere. La costruzione di questa speranza comporta impegno da parte di tutti: il governo, la regione, la provincia, mettano in campo tutte le risorse possibili senza fare troppe parole. E sì, anche noi studenti dobbiamo attingere al senso di responsabilità che ci viene insegnato in quelle aule ora deserte. Niente elogio spassionato e nostalgico verso la scuola, ma va detto che essa è come la nostra casa: non rappresenta solo un’istruzione nozionistica, è il luogo dove avviene la nostra crescita personale, dove intessiamo rapporti sociali innegabilmente necessari, dove attraverso lo scambio e il confronto ci creiamo un’identità e nasciamo come Cittadini dello Stato. Abbiamo bisogno degli altri; la formazione dell’io, la cosiddetta “autocoscienza” hegeliana, si definisce proprio in relazione all’incontro (e talvolta allo scontro) con l’altro. È così che si cresce ed è così che la scuola ci forma. Questo è ciò che la didattica online ci sta negando, ma che riteniamo indispensabile per poter affrontare un futuro così incerto. Sarà la nostra generazione a dover affrontare le conseguenze della crisi, di certo non potremo farlo stando per sempre dietro ad uno schermo e senza speranze. Per favore, agite adesso per il nostro futuro. Non è mai troppo tardi.
Bonavia Anna, Meineri Giulia
studentesse di V del Liceo Classico e Scientifico “S.Pellico-G.Peano” di Cuneo