È stata uccisa il 10 novembre scorso a Bengasi, in Libia, Hanane Al-Barassi, una giovane e coraggiosa avvocatessa che lottava per il rispetto dei diritti umani e per dar voce alle donne vittime di violenza.
L’uccisione di Hanane ci ricorda purtroppo che, ogni anno, la lista delle vittime che difendono i diritti umani è sempre molto allarmante. Secondo l’ultimo rapporto dell’ONG internazionale “Front Line Defenders”, sono stati infatti più di 300 gli attivisti, uomini e donne, uccisi nel 2019. Sono state vittime del loro impegno per la libertà di espressione, della loro opposizione a regimi autoritari e corrotti, del loro impegno in difesa dell’ambiente, dei popoli indigeni e di tutte le minoranze.
Sono purtroppo persone che non rimbalzano sotto i riflettori dell’attualità, ma alle quali va rivolto un forte e rispettoso ricordo. Come diceva il canto della giovane sudanese Alaa “I proiettili non uccidono, quello che uccide è il silenzio”.