Cuneo – Regione Piemonte, Prefetture, aziende sanitarie, sindacati e Ordini professionali hanno raggiunto l’intesa per le cure domiciliari dei malati di Covid. il Piemonte ha adottato un proprio protocollo per le cure domiciliari con linee guida per i medici di medicina generale, le Asl con i distretti e le Usca. Il concetto di fondo è chiaro: troppi malati in ospedali che sono saturi, ci sono malati che si possono curare anche a casa.
In realtà il problerma rimangono almeno tre: Usca, Sisp e medici di famiglia. Le Usca, Unità speciali di continuità assistenziale, sono troppo poche per garantire un lavoro capillare sul territorio; il Sisp, i Servizi di igiene e sanità pubblica, continua a funzionare a singhiozzo con persone negative accertate che non si possono muovere da casa perché i Sisp non danno comunicazione del via libera; e i medici di famiglia costretti a un super lavoro a cui si aggiungono quello di passare ore davanti al computer per cercare di prenotare un tampone ai pazienti su una piattaforma sempre stracarica, e quello di comunicare l’esito dei tamponi che deve passare per il medico e che invece potrebbe essere riferito direttamente al paziente.
“Potenziamo e mettiamo a sistema – riassume l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi – i processi di cura domiciliare che abbiamo via via incrementato dalla scorsa primavera a oggi. L’obiettivo è evitare che i ricoveri delle persone che possono essere curate a domicilio e le degenze prolungate oltre l’effettiva necessità clinica provochino una consistente occupazione di posti letto e l’impossibilità di erogare assistenza a chi è in condizioni più gravi”.
Nello specifico, l’accordo recepisce il protocollo di cure domiciliari esistente, che è stato aggiornato e potenziato e ora sottoscritto da tutti gli attori istituzionali coinvolti nella presa in carico dei pazienti Covid a domicilio, tra Unità speciali di continuità assistenziale, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Vengono dettagliati organizzazione, personale, sedi e dotazioni, tipologia di interventi, compiti del medico Usca, interazione tra i vari medici, gli aspetti specifici dell’integrazione tra territorio e ospedale (Pronto soccorso, Radiologie, consulenze specifiche…). La Regione inserisce nella struttura dell’Unità di Crisi un’area riferita alla Medicina territoriale, alla domiciliarità e ai rapporti con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta prer dare piena attuazione alla funzionalità della piattaforma regionale Covid-19 e per monitorare le procedure di acquisizione di personale nell’ambito dell’area dell’assistenza primaria.