Tutti i Paesi europei sono confrontati alla “seconda ondata” del virus e alle difficili decisioni di confinamento, di chiusura dei negozi, degli orari del coprifuoco e di altre restrizioni.
Richiesti di rimanere in casa il più possibile, i cittadini europei si ritrovano quindi a dover riorganizzare la propria vita, il tempo di lavoro e, inevitabilmente, anche il tempo libero.
Al riguardo è interessante segnalare la decisione del Governo belga, (insieme ad altri pochi Paesi, fra cui l’Italia), sensibile al benessere culturale e mentale della popolazione, di considerare i libri come “beni essenziali” in tempi di coronavirus. E quindi, con l’accordo di tutte le sue variegate componenti, ha deciso di lasciare aperti solo i negozi di alimentari, le farmacie e le librerie. Con grande sollievo dei belgi, che, nelle statistiche figurano ai primi posti degli Stati europei con più lettori.
Forse, vale anche la pena ricordare quel proverbio che diceva “Non puoi comperare la felicità, ma puoi comperare libri ed è quasi la stessa cosa”.