Cuneo – La richiesta della direzione della sanità regionale di assumere medici per fare da infermieri ha suscitato un vespaio in ambito sanitario, non solo piemontese. La direzione sanità della Regione a firma multipla dei responsabili Franco Ripa, Gianfranco Zulian, Paolo Francisco, del direttore regionale Fabio Aimar e del commissario Emilpaolo Manno ha emanato una direttiva a tutti i direttori di Aso e Asl, di far fronte alle difficoltà di personale infermieristico, sia per l’assistenza ospedaliera che per quella territoriale, procedendo all’assunzione di “altre figure sanitarie e tecniche e di profili superiori. In assenza di infermieri le Asr dovranno procedere a contrattualizzare altre figure di supporto, anche medici secondo le necessità assistenziali”.
Immediata la risposta dell’Ordine dei Medici del Piemonte che aveva già annunciato che da oggi lunedì 9 noembre l’Ordine avrebbe iscritto d’urgenza 50 nuovi medici appena abilitati, pronti a scendere in campo a fianco dei colleghi per fronteggiare l’epidemia in tutte le maniere possibili.
“La lettera della Direzione Sanità della Regione Piemonte, che invita le aziende sanitarie regionali ad assumere, in mancanza di infermieri, medici cui far svolgere attività infermieristiche, dà l’idea del punto di confusione a cui è giunto l’Assessorato alla Sanità… Durante questa emergenza, tutti i medici, anche se specializzati in discipline non strettamente attinenti, si sono resi disponibili a gestire i malati Covid. Ci sono pazienti con interventi e controlli rimandati, stiamo chiudendo i servizi non urgenti alla popolazione per mancanza di medici. E adesso vogliamo che i medici facciano gli infermieri?”.
E l’Ordine dei Medici continua “Gli infermieri hanno una professione ben definita nelle sue competenze, autonoma, indipendente, di cui sono fieri e responsabili. Non sono dei piccoli medici. Non vogliamo dare consigli, ma ci vengono in mente tre domande. Si è pensato, in carenza di laureati, di coinvolgere gli studenti di infermieristica degli ultimi anni? Visto che una buona parte del tempo di lavoro di infermieri e medici va in pratiche amministrative, si è pensato di dotare reparti, pronto soccorso, ambulatori, studi medici di questo personale, più facile da ingaggiare? E infine: siamo sicuri che chi governa la nostra salute, oggi come ieri, sia in grado di farlo?”.
Ancora più dura la risposta dal Nursing Up il sindacato degli infermieri:”Se non fosse un triste e disastroso novembre, in cui la lotta al coronavirus si fa sempre più ardua, penseremmo ad un “pesce d’aprile”. Si tratta, invece, della realtà messa nero su bianco che certifica una gestione della sanità da parte della Regione Piemonte allo sbando, senza alcuna logica, che non solo non sta risolvendo alcun problema, ma anzi, con queste decisioni astruse ed estemporanee, ne crea di nuovi e peggiori. Pretendiamo l’immediato ritiro di questa insensata e offensiva direttiva. Se si vuole provare a tracciare una strada per uscire da questa enorme crisi sanitaria è necessario iniziare ad assumere subito infermieri, quelli veri, e potenziare immediatamente, con uomini e mezzi, la medicina territoriale, in modo da portare fuori dagli ospedali i pazienti positivi che possono essere curati. Assumere medici oppure figure di supporto per fare gli infermieri, invece, è solo una proposta assurda e offensiva”.
L’assessore Luigi Genesio Icardi in serata ha cercato di correre ai ripari: “Sono certo che l’indicazione trasmessa dall’Unità di crisi non intendesse in nessun modo offendere o ledere il ruolo dei nostri medici e infermieri… Mi spiace se quello che nelle intenzioni dell’Unità di crisi era un semplice appello può aver offeso la sensibilità del nostro personale sanitario, che è eccellente. Ma posso garantire che non ci sarà mai nessun atto da parte dell’Assessorato che possa snaturare la professionalità e le specifiche competenze dei nostri operatori. Come richiesto dalle organizzazioni sindacali a breve sarà predisposta una nota tecnico giuridico strutturata che farà chiarezza ed eviterà ogni equivoco che possa essere insorto”.