Cuneo – “La situazione è drammatica al Santa Croce e Carle di Cuneo. Troppi malati, poco personale, nessun filtro dal territorio”.
A parlare è la segreteria del sindacato Anaao Assomed del Santa Croce e Carle il giorno dopo l’arrivo della direttiva della giunta regionale recepita dalla direzione dell’ospedale di aumentare ancora di altri cento i posti Covid a Cuneo e senza personale in più. Oggi è stato chiuso mezzo blocco operatorio per ospitare nuovi letti di rianimazione.
“Non si capisce come la direzione dell’ospedale possa pretendere ai dipendenti altri sacrifici – commentano per il sindacato Bruno Favilla ed Ernesto Principe – Sono stati indirizzati ai reparti Covid gran parte dei medici del dipartimento chirurgico sottraendoli alle normali attività cliniche. Pare che l’orientamento sia di trattare chirurgicamente solo le urgenze estreme e rimandare tutto il rimandabile, comprese le patologie oncologiche. Vengono a galla tutti i sotto-organici di cui il sindacato ha sempre parlato; oggi ci sono meno medici ed infermieri che non a maggio. Nulla si è fatto per porre rimedi, mentre nelle Asl vicine si sono fatte decine di assunzioni a Cuneo si continuano a proporre contratti a tempo determinato mentre in altre realtà si offrono contratti a tempo indeterminato che sono naturalmente preferiti. La situazione non è sostenibile. Il livello di assistenza crollerà e con esso la sicurezza dei malati e degli operatori”.
Le accuse del sindacato sono durissime soprattutto per quanto riguarda la scarsa organizzazione di questi mesi passati.
“Ci si appella ad un piano di maxiemergenza attivato dalla Regione- continuano -. Il piano di maxiemergenza prevede che un ospedale si dedichi ad un’unica emergenza sospendendo tutta la normale attività per un tempo molto breve e determinato. Non è questo il quadro attuale. Se fosse stato proclamato sarebbe l’ennesimo errore concettuale di questa unità di crisi regionale che accumula errori su errori. Tutto questo sulla pelle degli operatori che, dopo l’emergenza pandemica della primavera, vengono da un periodo di superlavoro durante il quale si è cercato di recuperare tutto quello che non si era potuto fare in nome non di reali esigenze di salute ma di una richiesta di produttività. Oggi si rischia anche di rispondere in modo non adeguato ai pazienti per stanchezza ma anche per scarsa preparazione specifica, come medici e infermieri che si stanno trovando in prima linea davanti a patologie a loro poco congeniali. Quindi si sta andato avanti con turni in reparti covid ripetuti e magari anche senza riposi letteralmente per mancanza di numero di infermieri e medici che coprono turni come volontari”.
Rimane anche il problema delle altre patologie che rischiano di essere del tutto accantonate o quasi, con pochissimo personale a curarsene.
Il sindacato fa un appello a tutti: “La situazione è drammatica, rinnoviamo l’allarme e lo indirizziamo a tutti i cittadini: ne usciremo solo se sappiamo prevenire le patologie, le cure vengono dopo e non potranno essere tempestive come prima”.