La Commissione europea ha deciso, durante il mese di ottobre, di inviare all’Italia una lettera di costituzione in mora per non aver adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conforme ai requisiti della direttiva europea sul combustibile nucleare esaurito e sui rifiuti radioattivi (direttiva del Consiglio (Direttiva 2011/70). Obiettivo della direttiva era quello di proteggere i lavoratori e la popolazione dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti.
Dopo un primo momento di perplessità dovuto al fatto che l’Italia ha abbandonato il nucleare con un referendum nel 1987, la Commissione spiega che i rifuti radioattivi non derivano soltanto dalla produzione di energia elettrica in centrali nucleari, ma anche dall’uso di materiali radioattivi in altri settori, come in quello sanitario, industriale, agricolo e della ricerca. Tutti gli Stati membri producono quindi rifiuti radioattivi.
Ora l’Italia avrà due mesi di tempo per rispondere alla messa in mora della Commissione. Senza una risposta soddisfacente la Commissione puo’ decidere l’invio di un parere motivato e, in un terzo momento, un ricorso alla Corte europea di Giustizia.