Limone – Per ricollegare il Piemonte alla Francia e alla Liguria di ponente: un tunnel di 5.600 metri da Panice inferiore a Vievola. Tempo di realizzazione: circa tre anni, sotto la guida di un Commissario esperto. La consegna della nuova galleria avverrebbe pressappoco negli stessi termini di quella del Tenda bis alto i cui lavori sono stati interrotti dalle conseguenze della tempesta Alex.
È un’ipotesi di cui si dovrebbe parlare domani al tavolo virtuale, convocato domani (lunedì 2 novembre), tra la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi, sindaci e amministratori delle aree piemontesi colpite dall’alluvione. All’incontro parteciperanno anche l’Amministratore delegato di Anas Massimo Simonini e del responsabile della struttura territoriale Anas Piemonte e Valle d’Aosta Angelo Gemelli, i rappresentanti dell’Edilmaco di Torino, l’impresa incaricata della prosecuzione del cantiere del Tenda bis dopo la rescissione del contratto da parte di Anas con la Fincosit di Roma prima aggiudicataria dell’opera.
Per ripristinare la Dipartimentale della Valle Roya sino a Vievola serviranno oltre tre anni. Della strada verso l’Italia e del tunnel, in Francia, non se n’è ancora discusso, ci dice il sindaco di Tenda Jean Pierre Vassallo. Ma più di una fonte riferisce che oltralpe non ci sarebbe l’intenzione a riprendere i lavori del traforo come progettato da Anas e approvato dai due stati transfrontalieri. I francesi ora sarebbero intenzionati a valutare l’ipotesi di un collegamento nella zona di Vievola.
Siamo ancora nel campo delle suggestioni perché non ci sono stati i tempi per il confronto internazionale, ma una delle soluzioni per ricostruire il collegamento stradale sarebbe quella di un tunnel con l’ingresso a Panice sottana.
Secondo l’impresa Edilmaco con macchine e tecniche più performanti di quelle utilizzate nel Tenda bis, liberi dalla presenza del Tenda storico, in circa un anno si potrebbe scavare una galleria larga 4,5 metri e nel frattempo fare le indagini geognostiche. Questo cunicolo sarà destinato a via di emergenza e al traffico ciclabile. In seguito si costruirebbe parallelamente una canna a doppio senso di marcia, più le due corsie di emergenza (12 metri), collegata con by-pass a quella di servizio. Lo smarino estratto sarebbe parzialmente riutilizzato per riempire gli 1.800 metri di traforo scavato. Una soluzione razionale, forse ottimistica nei tempi, ma tecnicamente realizzabile. Le incognite però non mancano, in primo luogo quella dei maggiori costi e di come saranno suddivisi.