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Lunedì 18 novembre 2024

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Un reo confesso, ma tutto è da dimostrare

“La colpa a l’è mia”, un giallo di Aorelio Pellegrino con la singolarità della lingua: il piemontese

La Guida - Un reo confesso, ma tutto è da dimostrare

Un assassinio, un reo confesso, alcune altre persone che potrebbero diventare dei sospettati, un commissario che ha dei dubbi e, come sfondo, un paese nei dintorni di Cuneo: gli ingredienti per un giallo classico che non fa sconti al lettore. Non gli fornisce alcun elemento in più di quelli in possesso del commissario stesso per fare ipotesi su movente e  vero colpevole.
A tutti sembra infatti un caso facile, risolto in partenza: Valter Falco pare essere stato colto in flagranza. Del resto non è forse lui stesso a  confessare la propria colpevolezza. Anzi, la professa con insistenza ad alta voce quasi a voler convincere chi lo ascolta, senza dargli spazio per ulteriori domande. Lo fa con così tanta decisione che al maresciallo Giuseppe Gastaldi, uomo semplice, appasionato del proprio lavoro, fa sorgere qualche dubbio, per altro sollevato anche dal parroco don Viale. Ma se non è stato lui chi è stato ad accoltellare Elsa Bianco? Quale il movente? E poi, perché il Falco insiste in modo così ossessivo sulla propria colpevolezza con quell’affermazione che dà il titolo al romanzo? C’è da pensare che intenda coprire qualcuno o abbia qualche senso di colpa in cuore. Del resto quando il commissario si mette a fare indagini, non ufficiali visto il comportamento del reo confesso, emergono altre persone che con Elsa hanno avuto a che fare. Qualcuno era addirittura presente sul luogo al momento del misfatto. Tutti in qualche modo sembrano tenersi alla larga dalle indagini non avendo alibi per quel giorno, ma con qualche sassolino che avrebbero potuto togliersi nei confronti della vittima.
Ci sono echi dal ben più celebre Montalbano, ma qui l’atmosfera è tutta di paese. Non c’è bisogno di scavare nei pettegolezzi: il paese descritto è più genuino e schietto.
La vero originalità però sta nella scelta linguistica: tutto è scritto in piemontese, salvo qualche breve dialogo. La lingua non deve però spaventare. Per chi ha un po’ di dimestichezza, dopo le prime pagine troverà abbastanza agevole la lettura, nonostante le molte inflessioni legate ai diversi paesi in cui ha vissuto l’autore.

La colpa a l’è mia
di Aorelio Pellegrino
Primalpe
15 euro

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