Cuneo – Cuochi vestiti a lutto, ristoratori e baristi in piazza a manifestare in modo pacifico ma con determinazione per dire “#siamoaterra”.I ristoratori scendono in piazza dalle 11,30 alle 12,30 di mercoledì 28 ottobre con un flashmob della categoria “nell’assoluto rispetto delle prescrizioni anti-contagio previste dalla normativa vigente” dice Confocommercio.Gli imprenditori della ristorazione e dell’intrattenimento portestano perché hanno investito risorse ingenti in sanificazioni, dispositivi di protezione per lavoratori e clienti e misure di sicurezza facendo sacrifici importanti, siglando protocolli e rispettando le regole e ora devono chiudere. Per qiesto chiedono alla politica scelte più mirate, di sostegno ai settori maggiormente in crisi, ma anche tempi certi per i ristori per le aziende e la proroga della cassa integrazione per i dipendenti fino a quando sarà necessario e tutto quanto promesso all’atto della presentazione dei DPCM.
“Gli ultimi provvedimenti presi dal Governo – interviene Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi.. I ristoranti al termine dell’estate lavoravano a basso regime, si stanno svuotando a causa dell’effetto psicologico negativo determinato dall’impennata di nuovi casi. Lo stesso vale anche per bar, pasticcerie e locali di intrattenimento in genere: questo fino a ieri. Oggi invece si trovano nell’impossibilità fattiva di lavorare a causa delle restrizioni negli orari di apertura imposti dal nuovo DPCM del 25 ottobre”.
“Si tratta – sottolinea Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo – di un’ulteriore emergenza. In qualità di rappresentanza di Fipe-Confcommercio, accenderemo un riflettore occupando in modo statico un luogo della città in contemporanea con altri capoluoghi in tutta Italia parte dell’evento #siamoaterra” voluto da Fipe. Sono reali l’emergenza sanitaria e la gravità del momento, ma non possiamo accettare che l’unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di chiudere tutto oltre che generare una pericolosa psicosi di massa. Noi imprenditori chiediamo con forza di poter sopravvivere, in quanto senza aiuti economici le nostre imprese saranno obbligate a soccombere. Auspichiamo una presa di posizione in ambito governativo centrale e non solo, così da scongiurare la chiusura di centinaia di imprese e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro”.
