Cuneo – Tra i tanti gravissimi problemi causati alle infrastrutture del territorio cuneese dalla recente alluvione, ci sono state alcune pesanti conseguenze anche sul piano della fauna ittica presente nei torrenti e canali delle valli colpite dai dissesti. In particolare, il personale della Polizia Locale Faunistico Ambientale della Provincia è intervenuto per recuperare molti esemplari di gamberi di fiume dal canale Bealera Grossa di Borgo San Dalmazzo, rimasto in asciutta dopo i danni causati alla presa sul torrente Gesso.Il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) è un piccolo crostaceo d’acqua dolce della famiglia degli Astacidae, una specie ittica considerata in pericolo di estinzione in base ai criteri della lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn red list).
Nell’arco di alcuni giorni subito dopo l’alluvione e con agli appositi retini, alcuni agenti provinciali ne hanno recuperato circa 90 kg, pari ad oltre mille esemplari che emergevano dal fango man mano che l’acqua se ne andava. I crostacei sono poi stati ricollocati in altri rii idonei al loro habitat nella bassa valle Gesso, Stura, Grana e Pesio.In molti paesi europei il gambero di fiume viene soprannominato “gambero dai piedi bianchi” per la caratteristica colorazione degli arti e del ventre, in contrasto col resto del corpo che si presenta dal bruno rossiccio fino al verde scuro. Il gambero ha piccole dimensioni, tra gli 11–12 cm di lunghezza e i circa 90 g di peso, ed è vittima di molti predatori, a cominciare dai pesci e da altri crostacei esotici. Un tempo era molto consumato anche dalle persone per l’eccellente sapore delle sue carni molto delicate.
“L’intervento dei nostri agenti di polizia faunistica ambientale – spiega il presidente della Provincia, Federico Borgna – è prezioso anche in casi come questi, quando cioè si tratta di mettere in salvo specie animali a rischio di estinzione. Il fatto poi che nelle acque dei torrenti della Granda i gamberi di fiume siano tornati in buon numero, a differenza di molte altre parti del Piemonte, ci conforta perchè sappiamo che essi vivono soltanto in acque pulitissime e che la loro presenza è un indicatore molto attendibile della salubrità e integrità dell’ambiente”.
La sottospecie italiana di gambero di fiume è, infatti, a forte rischio di estinzione ed in molte zone non è più stata rintracciata. Oltre al problema dell’inquinamento delle acque causato dall’attività umana, il gambero è minacciato anche dal frazionamento dell’areale e delle popolazioni che potrebbe portare ad un indebolimento genetico e ad una rapida estinzione in Italia. Allevarli è molto difficile perché questi crostacei hanno bisogno di acque pulite e anche molto ossigenate, cosa non comune per quanto riguarda i fiumi odierni.