Fossano – Le avrebbe speronato l’auto nel tentativo di farla fermare e parlarle: con l’accusa di violenza privata, danneggiamento e calunnia è stato processato oggi (martedì 20 ottobre) al tribunale di Cuneo C. E., denunciato dall’ex moglie per un fatto avvenuto il 10 luglio 2019.
Quel giorno, mentre si recava a Fossano con la figlia, la donna incrociò l’auto dell’ex marito che andava in direzione di Sant’Albano Stura. Appena vide l’auto della donna, però, C. E. si girò e avrebbe inseguito la sua auto.
“Mentre mi superava – ha riferito oggi in aula la donna – lessi dal labiale che voleva parlarmi, ma io dissi di no e allora lui iniziò a tamponarmi per farmi fermare”.
Da due anni la donna vive con i figli in una comunità, dopo essere fuggita da casa a causa dei maltrattamenti dell’ex marito che proprio per questo reato sarebbe stato processato di lì a pochi giorni.
Lungo via Marconi termina l’inseguimento. “Mi aveva superato – ha proseguito la donna – e aveva fermato l’auto in mezzo alla strada. È sceso e si è messo davanti al cofano della mia auto impedendomi di muovermi. Prima dava pugni sul cofano, poi ha cercato di salire sulla vettura. Mia figlia sul sedile posteriore chiamava i Carabinieri e lui da fuori le urlava di non chiamarli. Poi è scappato via”.
Al fatto hanno assistito anche i clienti di una caffetteria che si trova sull’altro lato della strada e oggi alcuni testimoni hanno riferito in aula di aver visto l’uomo che bloccava l’auto urlando alla donna che era seduta dentro di fermarsi perché le doveva parlare. In aula hanno anche testimoniato i Carabinieri che hanno svolto le indagini visionando le telecamere stradali che ricostruivano la dinamica dell’inseguimento e dello speronamento. Oltre al danneggiamento e alla violenza privata l’uomo è anche accusato di calunnia perché proprio mentre l’ex moglie veniva soccorsa dai Carabinieri, lui si recò in caserma per denunciarla per il tamponamento.
“Avevamo ricevuto la chiamata di soccorso dalla signora – ha riferito il brigadiere capo Landolfo Antonio – e mentre ci trovavamo per strada in via Marconi abbiamo saputo che C. E. era in caserma a denunciare la donna per averlo tamponato”.