Garessio – Di fronte alle alluvioni e alle catastrofi naturali, anche il mondo del lavoro e della produzione chiede risposte agli enti amministrativi e alla politica. Questo emerge da una vicenda come quella della Huvepharma Italia di Garessio, stabilimento per il quale venerdì 16 ottobre si è tenuto un incontro tra la proprietà e le sigle sindacali di settore (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil), per “un esame della situazione creatasi dopo la grave alluvione che ha colpito non solo lo stabilimento ma anche parte del territorio creando notevoli danni economici”.
“Nonostante la completa fermata dello stabilimento – sottolineano i sindacati – e gli ingenti danni subiti, che sarebbero stati ancora più gravi se l’azienda non avesse investito costruendo delle barriere lungo il perimetro dell’area a protezione degli impianti, è stato escluso il ricorso agli ammortizzatori sociali, confermando invece la volontà di ripartire con le produzioni il prima possibile compatibilmente le con indispensabili verifiche tecniche. Da quanto si è potuto constatare emerge che dopo l’ennesima alluvione avvenuta nel 2016 non c’è stato alcun intervento concreto, da parte degli organi competenti, per mettere il territorio in sicurezza. Non possiamo più considerare quanto avvenuto un evento eccezionale ed imprevedibile e non possono essere giustificabili ulteriori ritardi. I danni subiti dai cittadini e dalle attività produttive impongono di intervenire per evitare che anche le poche attività presenti nel territorio rinuncino ad investire e a creare lavoro. Le organizzazioni sindacali ad ogni livello si faranno promotrici nei confronti delle istituzioni affinché finalmente ci siano adeguate risposte alle legittime aspettative della popolazione” (nella foto, un sopralluogo a Garessio dopo gli eventi alluvionali del 2 e 3 ottobre)