Cosa ci faccia la bella addormentata, lo stregatto o il Piccolo principe in un libro che vuole parlare di acquisizioni scientifiche sta tutto nel titolo. La scienza fa conti con la fantasia sfrenata degli scrittori di fiabe.
Senza voler forzare la mano ai narratori, l’autore ravvisa nei loro più celebri racconti molti spunti per avvicinare le più svariate nozioni scientifiche. Ovviamente non pensa certo di poter imputare agli scrittori la volontà di mediare queste informazioni. La fantasia va rispettata, ma anche può essere interpretata.
Se ogni lettura è esercizio di interpretazione da parte del lettore. Se leggere è lasciarsi avvolgere dal mondo descritto, rileggere diventa un far parlare il testo scovandovi occasioni per nuovi viaggi neppure immaginati dall’autore. È esattamente quel che fa Davide Borga rileggendo le più celebri fiabe, andando alla ricerca nelle pieghe della fantasia di echi nuovi e singolari. Così le ricerche entomologiche permettono di rendere giustizia alla cicala nei confronti della formica. Questa sfrutterebbe la fatica di quella: altroché preveggenza della formica e superficialità della cicala! Invece Alice è l’eroina della scienza dell’infinitamente piccolo, mentre Frankenstein nasconde le domande sulla vita e il Piccolo Principe è un inno all’unicità di ognuno anche dal punto di vista biologico.
Altrettanto singolari sono i richiami al cinema, altro spazio della fantasia. Con la bella addormentata, per esempio, che rimanda a “Good bye, Lenin” e ai traumi del risveglio.
Scienza della fantasia
di Davide Coero Borgna
Codice
21 euro