Cuneo – “Le soluzioni sono entrambe praticabili, entrambe richiedono qualche atto da gestire bene dal punto di vista progettuale e urbanistico. La grande differenza è nelle dimensioni e nella disponibilità di aree libere”. Così ha concluso il proprio intervento il primo dei tre tecnici incaricati degli studi di fattibilità per le aree migliori dove realizzare il nuovo ospedale di Cuneo. Se ne sta parlando nel tardo pomeriggio di oggi (giovedì 15 ottobre) in Comune, nella commissione temporanea speciale chiamata a decidere l’area più adeguata per il nuovo polo ospedaliero: Santa Croce o Carle?
Le analisi tecniche e i dati in questa fase (in attesa dei progetti, previsti per fine ottobre-inizio novembre) servono per mettere l’amministrazione comunale in condizione di scegliere al meglio l’area su cui sviluppare tutti i servizi necessari per un polo di portata provinciale.
Tra i vincoli, per il Santa Croce è necessario (come indicato dai tecnici) intervenire sulla classificazione acustica dell’area, al momento non compatibile con un’area ospedaliera, e sul Piano regolatore (per gli sviluppi su piazza Cavalieri di Vittorio Veneto e Giardini Stoppa); per il Carle, è presente un vincolo di bene culturale sulla struttura esistente, che richiede una progettazione concordata con gli enti preposti, insieme con fasce di rispetto di carattere ambientale, negli ampi spazi verdi.
L’elemento più rilevante per il nuovo ospedale unico è quello degli spazi a disposizione, anche per il futuro (“Stiamo ragionando sull’ospedale di Cuneo per i prossimi 50 anni”, è stato sottolineato): si arriva intorno ai 39.000 mq per l’area del Santa Croce, per il Carle le dimensioni utili possono raggiungere i 140.000 mq (in un rapporto 1 a 3,5).
“Nel caso del Santa Croce i 70 o 90.000 mq di parcheggi richiesti dai parametri non sono disponibili”, hanno anche risposto i tecnici alle richieste di approfondimenti sull’area del Santa Croce; sono stati assicurati nuovi rendering per rendersi conto degli impatti visivi, per la scelta.
Altri punti messi in evidenza dai tecnici sono i costi per le superfici a parcheggi (quintuplicati per i multipiano rispetto a quelli a raso, ad esempio), la viabilità, i tempi e le fasi di organizzazioni dei cantieri (“soluzione ibrida” nel caso del Santa Croce, con demolizioni e costruzioni in vari passaggi), la gestione dei collegamenti operativi interni (gli ascensori, in particolare) in una soluzione “verticale” rispetto a quella “orizzontale”, gli spazi liberi per gli sviluppi futuri.