Racconigi – È stata assolta dall’accusa di tentata violenza privata continuata D. L., la donna di orgini estoni accusata dal suo ex convivente e dalla madre di questo per il comportamento tenuto la sera del 23 settembre 2018. La donna era accusata di aver inveito contro la nonna del bambino dandole della strega e di aver minacciato l’ex convivente di non fargli più vedere i due figli e di mandarlo in carcere.
Quella sera D. L., come da accordi presi tra i rispettivi avvocati, in attesa del pronunciamento del giudice sull’ affidamento dei figli, era andata a prendere il figlio maggiore che in quel fine settimana si trovava a casa della nonna, mentre l’altro era ricoverato in ospedale. Il bambino però non voleva andare con la mamma e la donna chiamò i Carabinieri. Quando i militari arrivarono alla casa, trovarono una situazione tranquilla.
“Il bambino giocava in camera – ha riferito il brigadiere della stazione di Racconigi – mentre il padre e la nonna erano in cucina. Quando scendemmo, al cancello c’era la mamma del bambino. Le riferimmo che suo figlio voleva restare quella sera col padre e che con lei sarebbe andato il giorno dopo. Non abbiamo assistito ad alcuno scontro fra i due ex conviventi”.
“Ero stata io quella sera a chiamare i Carabinieri – ha detto l’imputata nelle dichiarazioni spontanee – e l’ho fatto perché la mamma del mio ex compagno non voleva far scendere mio figlio, mi ha insultata dandomi dell’alcolizzata, dicendomi di andare a bere in giro. Anche il tribunale dei minori di Torino ha confermato che in precedenza c’erano già state interferenze e pressioni da parte del padre per non farmi vedere i miei figli”.
Al termine dell’istruttoria l’accusa stessa, non ravvisando elementi che supportassero la violenza privata ma tutt’al più un eccesso colposo nel far valere le proprie ragioni, ha chiesto l’assoluzione della donna per mancanza dell’elemento soggettivo, conclusione a cui si è associata la difesa e che invece è stata contestata dalla parte civile. Una richiesta di assoluzione che è stata accolta dal giudice, che ha assolto la donna per insussistenza del fatto.