Il titolo perentorio di questo libro già esprime quanto le pagine successive con ampiezza documentano: la situazione drammatica di un angolo della città di Torino che, comunque, ha tutto per diventare emblematica di una realtà ben più estesa. Una situazione “più o meno conosciuta, in parte tollerata, non certo affrontata” è quella di quattro dei palazzi dell’ex Villaggio olimpico dal 2013 occupati da migranti.
Sono palazzi costruiti “in fretta e male” per quel grande evento mediatico che furono le Olimpiadi invernali del 2006. Al momento dell’occupazione già mostrano evidenti segni di degrado dovuta all’assenza di manutenzione tanto che la stessa proprietà non sembrava avere interesse a reclamarli.
La storia raccontata in questi saggi si stende su poco più di quattro anni. Già sono sufficienti per fotografare un Paese che si muove a velocità diverse. Da una parte le istituzioni troppe volte rallentate dalle pastoie burocratiche se non da interessi politici. Dall’altra il terzo settore che cerca di dare risposte alle emergenze. E infine parte della società civile che entra “in contatto con le persone e che non resta a guardare”.
Perché di persone anzitutto si parla. Un mondo eterogeneo proveniente da più della metà dei paesi africani. Etnie diverse tra cui la convivenza non sempre è semplice. L’equilibrio è sempre precario perché le differenze originarie si sedimentano su una lotta quotidiana per la sopravvivenza.
È una storia raccontati dal di dentro, da persone che hanno frequentato i migranti irregolari, ne hanno conosciuto i racconti, ma soprattutto hanno cercato di affrontare i problemi. Da quello sanitario, senza residenza significa preclusione ai diritti basilari, all’istruzione, alla gestione dei rapporti interni a questi microcosmi ed esterni con le istituzioni. Interventi non facili, perché non si nasconde la presenza di realtà ai limiti della legalità.
Abbandoni
di Antonella Romeo
Seb 27
18 euro