Centallo – “Don Stefano è tornato a casa, nella sua chiesa”. Sono state queste le prime parole del vescovo di Cuneo e Fossano mons. Piero Delbosco dopo la solenne deposizione delle spoglie mortali del Servo di Dio don Stefano Gerbaudo in un feretro di legno collocato nella chiesa parrocchiale centallese. Ai piedi del sepolcro è stata collocata una targa con il suo detto più famoso, “a pochitus, a pochitus” (“un poco alla volta”), e con la riproduzione della sua firma autografa, ricavata dai suoi manoscritti. La cerimonia si è svolta in occasione del 70esimo anniversario della morte del sacerdote centallese, fondatore delle Missionarie diocesane di Gesù Sacerdote (ex cenacoline). “Per la Chiesa cattolica – ha proseguito il vescovo – don Stefano non è ancora né beato né santo: l’iter ufficiale sta facendo il suo corso. Ma per noi lo è già, c’è poco da fare. Il suo modello di vita è un esempio per tutti noi: affido alla sua intercessione i nostri due seminaristi, e i due diaconi che nei prossimi giorni saranno ordinati sacerdoti a Cuneo. Gli affido anche le nostre due diocesi, che quest’anno saranno impegnate in un percorso di profonda riflessione”.