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Sabato 2 novembre 2024

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Il presidio quotidiano contro l’ordinanza antibivacco

Un'azione simbolica ogni mattina di fronte al Municipio di Cuneo, di associazioni e gruppi per schierarsi contro le soluzioni emergenziali e punitive

La Guida - Il presidio quotidiano contro l’ordinanza antibivacco

Cuneo – È iniziato questa mattina di fronte al Municipio di Cuneo il presidio quotidiano mattutino contro l’ordinanza antibivacco che continuerà per un mese.
“Un’azione simbolica – scrivono gli organizzatori – per informare la cittadinanza di ciò che sta succedendo, per schierarsi contro le soluzioni emergenziali e punitive, per difendere il diritto di tutti a un’esistenza dignitosa e quello ad essere solidali”. L’iniziativa è sostenuta dalla Rete Minerali Clandestini, che raggruppa a Cuneo 50 associazioni impegnate sul fronte della solidarietà sociale, con l’Aps MiCò, Emmaus, Cuneo per i Beni Comuni, Radicali, Aifo, Lvia, Orizzonti di Pace, Comunità di Mambre, Papa Giovanni XXIII, la pastorale Sociale del Lavoro, Sinistra Italiana, Santos Milani e Scuola di Pace di Boves.

Con la presenza al presidio si vuole esprimere una posizione fortemente critica verso le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale, riconoscendo il positivo impegno per garantire l’apertura estiva del dormitorio della Croce Rossa, ma denunciamo l’assurda e anacronistica ordinanza anti-bivacco, che vorrebbe punire i senza fissa dimora con multe e Daspo, come se il problema si limitasse al solo decoro urbano.

“La rete – dicono a Minerali Clandestini –  sostiene che a non essere decorose sono la miseria e la difficoltà delle persone e non serve spostare il problema un po’ più in là e dare risposte semplicistiche a problematiche complesse, che richiedono un altro tipo di approccio. “Infatti dopo l’azione di Polizia che ha portato allo sgombero il Movicentro in data 7 settembre, alcune persone hanno trovato riparo in capannoni abbandonati, pericolanti e non idonei. Ma lontano dagli occhi dei residenti. Gli aderenti alla Rete condividono la necessità di cancellare ogni utilizzo improprio del Movicentro (arrivato ad ospitare 90 persone nei giorni precedenti lo sgombero). Ma nel contempo richiedono e propongono soluzioni immediate quali l’allestimento di moduli abitativi su aree comunali e soluzioni a più lungo termine quali il recupero di edifici e terreni di proprietà comunale (ad es. cascine), onde garantire un dignitoso alloggiamento e fornire occasioni di lavoro per gli ospiti, sulla base di una progettualità di alto livello che si avvalga dell’apporto di competenze diverse da quelle architettoniche a quelle sociali e antropologiche a quelle agronomiche”.

Infine le associazioni si mobilitano per chiedere all’Amministrazione Comunale di elaborare una progettualità di più ampio respiro: occorre definire meglio i ruoli nei tavoli decisionali, e più conoscenza (condivisa) della condizione lavorativa e legale delle persone coinvolte dal fenomeno.

 

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