Mondovì – Nonostante il provvedimento del Tribunale che gli imponeva di vedere i figli in luogo neutro e alla presenza di un’assistente sociale e di non avvicinarsi alla ex moglie, l’uomo avrebbe continuato a presentarsi sotto casa di lei, sul luogo di lavoro, al supermercato e persino davanti allo studio della psicologa dove lei si recava per chiedere sostegno. Con l’accusa di atti persecutori nei confronti della ex moglie è finito a processo E.L., geometra monregalese. “Sono arrivata a cambiare supermercato ogni settimana – ha riferito la ex moglie in aula questa mattina – eppure lo incontro continuamente. Una volta ho dovuto chiedere l’aiuto degli addetti alla sicurezza per accompagnarmi all’auto. Quando mi vede mi accusa sempre di non fargli vedere i figli, di essere una poco di buono, una pazza. Cerco sempre di non uscire di casa da sola o alla sera perchè ho paura di incontrarlo”. Nell’aprile del 2019 l’imputato le avrebbe bloccato l’auto nel parcheggio davanti al negozio dove lei lavora, impedendole il passaggio, “dovetti chiamare il marito della mia collega di lavoro per aiutarmi perchè ero molto spaventata”. Da circa un anno e mezzo l’uomo avrebbe interrotto gli incontri con i figli alla presenza degli assisitenti sociali, ma continuerebbe a cercarli al di fuori delle regole stabilite, presentandosi a casa o davanti a scuola. All’udienza hanno anche testimoniato i carabinieri della stazione di Mondovì, intervenuti più volte in seguito alla richieste dell’imputato di poter vedere i figli al di fuori degli incontri stabiliti dal giudice. A febbraio del 2019 furono chiamati anche dal nuovo compagno della donna perchè era stato importunato dall’imputato mentre camminava per strada. L’udiena è stata rinviata al 26 ottobre per ascoltare altri testi dell’accusa e della parte civile.