“Frammenti poetici di viandanza quotidiana”, così l’autrice definisce, con suggestiva immagine, i suoi versi. Frammenti di viaggio al limitare dell’infinito, consegnati alle pagine, suggeriti da improvvise illuminazioni sulla soglia di uno spazio spirituale che la “rende libera da pensieri, da antiche parole”.
Tra questi verso si scopre un dialogo appena sussurrato tra la parola e il silenzio. L’una cura l’anima nel consentire di “abitare l’ignoto”. L’altro apre “all’incontro con l’immenso”, dischiude alla “sacralità del vuoto”.
Sono immagini suggestive in cui non è difficile ritrovare, anche grazie ai suggerimenti che vengono dalle fotografie poste a fronte, l’atmosfera delle nostre montagne. In particolare l’autrice ricorda il suo “viaggio nella terra del silenzio”, luogo fisico, la val Maira, e luogo interiore dove adagiare i propri pensieri.
Così tutto ciò che entra nel suo orizzonte visivo si trasforma in eco di una vitalità misteriosa. Le imposte al mattino aperte sui paesaggi. La panchina occasione di sosta per entrare in nuove dimensioni. La montagna da cui si lascia guardare e lungo i cui fianchi “scendono e salgono” le parole. E intorno il silenzio che cerca e scova l’autrice. L’avvolge in un abbraccio misterioso aprendola alla sacralità della “Luminosa Natura”.
Sono brevissimi versi, talvolta anche solo una coppia, che invitano, ovviamente, a lasciarsi avvolgere dal silenzio e attraversare dalle emozioni.
È il silenzio che mi ha trovata
di Maria Rosaria Memoli
Primalpe
13 euro