Cuneo – Dopo averlo preparato per mesi, il 23 luglio Dario Tortone, 27 anni di Cuneo, ha iniziato da Porto Tozzo (in provincia di Sassari) il suo giro della Sardegna in kayak, in solitaria. In totale gli ci sono voluti 35 giorni, di cui 32 effettivi di “pagaiata” perché è rimasto bloccato tre giorni a causa del forte vento, per completare la sua bella impresa, circumnavigando l’isola in senso orario, quello più difficile perché non si hanno i venti a favore.
Un bella impresa e un’idea spettacolare da immaginare e complicata da realizzare diventata realtà. Un viaggio insolito, vissuto a stretto contatto con la natura che lui ha rispettato, ripulendo mare e spiagge nel limite delle sue possibilità, e da cui è stato ripagato con l’incanto di incontri inaspettati, come quello ravvicinato con i delfini, e di luoghi e scenari indimenticabili.
“Ho un grandissimo amore per il kayak e la natura – racconta – Nel periodo di chiusura per il Covid-19 ho maturato il desiderio che avevo già da quando ero bambino di circumnavigare la seconda isola più grande del Mediterraneo stando in contatto con la natura, godere di una vita semplice, facendo sport di resistenza ogni giorno e ammirare le bellezze naturalistiche. In questa avventura ero sempre da solo, non avevo contatti con nessuno. Non è stato facile la gestione del cibo, dell’acqua, dell’energia elettrica per la batteria del telefono e fare la spesa quando serviva. Ho dovuto pianificare tutto in modo scrupoloso e in anticipo”.
Per completare il periplo ha percorso 600 miglia nautiche (1110 chilometri) in totale con una media di 18,75 miglia nautiche al giorno (34,72 km). “La Sardegna è uno dei posti più belli del mondo per il fatto che è molto varia. Io ho avuto la fortuna di ammirare ogni singolo centimetro di costa in modo ecologico e rispettando la natura pulendo le spiagge e il mare dove potevo. Essa sembra che abbia capito quello che stavo facendo ripagandomi; con mio grande stupore ho avuto modo di giocare a girotondo e nascondino con i delfini vicinissimi a me. Ho pure incontrato molti cervi, volpi, razze e moltissimi uccelli tra i quali: fenicotteri rosa, aironi, martin pescatore, garzette”.
I luoghi più belli?
È difficile scegliere il posto più bello ma senza dubbio i migliori sono stati: il Golfo di Orosei con le sue meravigliose grotte e scogliere a picco sul mare, il tratto da Portoscuso a Capo Frasca e quindi La Costa Verde con le varie miniere abbandonate, le rocce scure, il Pan di Zucchero e i cespugli molto verdi grazie all’acqua che scorre nel sottosuolo. A Capo Caccia, una straordinaria scogliera di 200 metri di altezza a picco sul mare dove mi sentivo così piccolo e impotente ma ho imparato a rispettare e sottomettermi all’immensità di questo spettacolare capo molto difficile in kayak. E poi Capo Teulada, il punto più a Sud della Sardegna, un’immensa zona militare dove non si può sbarcare ma solo transitare, dove ci sono stupende Cale e anfratti unici nel loro genere, Capo Figari con L’isola Tavolara e Punta di M. Pedrosu, altre zone militari ma molto belle dove non ci si può fermare. Il temutissimo Capo Testa sulle Bocche di Bonifacio: mito dei velisti perché soffia sempre un vento teso. La stupefacente Valle Della Luna e i suoi graniti giganti che cambiando colore a seconda della altezza del sole sul mare e tutto il tratto che va da S’Archittu a Stintino, qualcosa di più unico che raro: un susseguirsi di scogliere che a certi tratti ricorda l’Irlanda, poi la roccia cambia colore e diventa bianca ricordando la Cappadocia è infine nera assomigliando a dei vulcani.
Purtroppo, il viaggio non ha lasciato solo immagini positive.
Ho notato molte belle spiagge rovinate dall’inciviltà dell’uomo, che getta rifiuti nel mare e che durante le mareggiate il mare ci li restituisce. Microplastiche, frigoriferi, bombole del gas, televisioni.
Un motivo in più per lanciare un messaggio di rispetto per la natura.
Dobbiamo impegnarci tutti insieme per ridurre il più possibile l’inquinamento e l’uso della plastica. Incrementare il riciclaggio di tutti i prodotti e disincentivare l’uso dei mezzi a motore termico in favore di quelli elettrici o a idrogeno.
Un saluto alla Sardegna?
Viva la Sardegna e grazie per tutto quello che mi hai regalato!