Come spiega diffusamente anche un articolo pubblicato su “La Guida” del 10 settembre, la versione 2020 di “Mirabilia”, il festival di circo, danza e arti performative nato a Fossano, giunto alla XIV edizione e quest’anno trasferitosi in quel di Cuneo, è stato un grande successo. E non solo perché lo dice l’ideatore e il direttore di questa splendida kermesse, Fabrizio Gavosto, che a “La Stampa” (8 settembre) ha dichiarato: «Cuneo è stata una sorpresa meravigliosa. Il capoluogo, che ha accolto Mirabilia per la prima volta, è una città che ha amore per se stessa: tutto è stato organizzato benissimo […]. Credo che sia la più bella edizione di Mirabilia e uno dei festival più belli che ho visto allestiti in Europa». Bastava girare per la nostra città e si scoprivano angoli e luoghi che improvvisamente apparivano diversi dal solito, più belli e più intriganti, grazie al pubblico, agli artisti, alle luci, ai suoni e ai colori. Un’edizione per nulla “Light” oltretutto, come era invece annunciato, con una specie di “understatement” piemontese. Il numero degli spettacoli – è vero – era minore rispetto al solito data l’emergenza sanitaria, ma è sbagliato pensare ad un “Mirabilia” minimalista. Anzi, era come al solito, pressoché impossibile vedere tutto.
Se sul giornale cartaceo chi scrive ha proposto la sua personalissima classifica degli spettacoli preferiti (se per caso vi interessa, recuperatela), qua si intende offrire invece una specie di diario, con tutti gli spettacoli visti in sequenza cronologica. Le immagini sono del bravissimo Andrea Macchia, uno dei migliori fotografi di teatro italiani, presenza fissa di ogni edizione di “Mirabilia”. Buona lettura!
“Concerto pour deux clowns” – Les Rois Vagabonds (Teatro Toselli, 1° settembre, ore 19)
Tra circo e teatro, gag clownesche e potenti momenti visionari, divertentissimo eppure intelligentemente poetico, è stato lo spettacolo “made in France” che ha inaugurato l’edizione 2020 di “Mirabilia”. Oltretutto entrambi bravissimi musicisti, la violinista Julia Moa Caprez e il clown Igor Sellem hanno conquistato il pubblico immediatamente. Fenomenali.
“Oraison” – Compagnie Rasposo (Chapiteau Rasposo, Discesa del Gas, 1° settembre, ore 21.30)
Nome di punta del nuovo circo a livello internazionale, la compagnia borgognona diretta da Marie Molliens lasciò tutti senza fiato – qualche “Mirabilia” fa – con uno spettacolo tanto raffinato quanto intenso, fascinoso e aspro, “Morsure”. Il lavoro successivo, invece, visto l’anno scorso a Fossano (“La dévorée”), non convinse pienamente per un eccesso di simbolismi, riferimenti mitologici e in definitiva troppa cerebralità. Certi momenti erano stupendi ma il risultato complessivo era frustrante.
Tutto il contrario di questo magnifico “Oraison”, che ha debuttato poco prima dello scoppio della pandemia ed è stato ripreso per la prima volta dopo mesi proprio qua a Cuneo. Uno spettacolo bellissimo in cui il gruppo sembra avvicinarsi ancora di più al teatro di ricerca, pur continuando ad usare (con una certa parsimonia) il linguaggio del circo: la drammaturgia resta complessa ma, a differenza che nel precedente lavoro, il tutto appare leggero, i messaggi diventano suggestioni quasi subliminali più che oracoli da ascoltare e interpretare (con fatica). Musicalmente potente e visivamente mozzafiato, si muove dall’iniziale superficiale effervescenza verso uno scavo nel nostro lato più oscuro e dionisiaco, per aprirsi poi (letteralmente) ad un passato visto con nostalgia e – soprattutto – alla speranza. Profeticamente, una scena contempla l’uso di una mascherina chirurgica da parte della strepitosa regista/funambola.
“La 8ème balle” – ZeC (Cortile dell’ex Ospedale Santa Croce, 2 settembre, ore 19)
Il trio italo-francese propone uno spettacolo divertente intrecciando comicità surreale, musica, giocoleria e acrobazia. Se i testi non sono sempre convincenti, in compenso le capacità tecniche sono notevoli e vari momenti strappano l’applauso senza se e senza ma. Una formazione da tenere d’occhio.
Un applauso a parte alla “location”: il cortile di quello che fino a 60 anni fa era l’”Ospedale Santa Croce”, in via Santa Maria. Viste la sua bellezza e le sue potenzialità, sarebbe un peccato mortale da ora in poi non sfruttarlo di più, magari come un Teatro Toselli “en plein air”.
“Hyenas” – Abbondanza/Bertoni (Teatro Toselli, 2 settembre, ore 21)
“Uno spettacolo da far decantare”, hanno detto i due autori. Effettivamente i due celebri coreografi di danza contemporanea non hanno lesinato in quanto a durezza, rigore e intransigenza. Dopo un lavoro come il lancinante (ma immediatamente coinvolgente) “La morte e la fanciulla”, nominato per l’Ubu e allestito con grande successo anche al Toselli nel marzo del 2019, queste “Iene” hanno conquistato il pubblico di “Mirabilia” solo progressivamente con una struttura ciclica, che man mano finiva per toccare corde legate all’inconscio e all’irrazionale. Un lavoro profondo, quindi, e si potrebbe dire filosofico, che parla del nostro oggi, ancor più ferito dalla pandemia, in bilico tra omologazione e inquietudini. Abbondanza e Bertoni citano Schopenhauer nelle note di regia, ma le maschere dei bravissimi ballerini (caproni e pecore) sembrano suggerire le pagine di Nietzsche de “La nascita della tragedia” sul fondo malsano e destabilizzante (qua potremmo dire digrignante) su cui poggiano le nostre certezze. Perfetta la colonna sonora.
“Rex” – Chilowatt Electric Company (Cortile dell’ex Ospedale Santa Croce, 3 settembre, ore 20.50)
Il progetto del giocoliere e musicista novarese Lorenzo Crivellari omaggia gli esperimenti di Nikola Tesla con l’elettricità. Ironico e surreale, lo spettacolo coinvolge il pubblico con bizzarri marchingegni che di volta in volta provocano suoni o sparano liquidi fosforescenti. Molto grazioso.
“Interlude” – Circo Zoé (Chapiteau Zoé, Parco della Gioventù, 3 settembre, ore 21.45)
Il Circo Zoé, diventato uno dei nomi più importanti del nuovo circo italiano grazie a spettacoli davvero molto belli, ha montato dal 7 agosto il suo chapiteau lungo le rive del torrente Gesso, tra la piscina comunale e i campi da calcio. La struttura ha ospitato e ospiterà spettacoli, concerti e corsi di circo fino al 30 settembre (il programma – cercatelo! – è su zoeincitta.it). Per “Mirabilia” il gruppo ha presentato uno spettacolo che fotografa una fase di transizione, come è quella che d’altronde stiamo vivendo un po’ tutti. Se molti numeri sono belle variazioni di temi già visti nei precedenti lavori, in compenso appaiono il frutto di nuove esplorazioni (la grande rete di corda utilizzata dalla cuneese Chiara Sicoli) e la novità dell’uso rock del canto lirico, affidato al soprano Irene Geninatti. Usare “Lascia ch’io pianga” di Händel per accompagnare un numero di funambolismo è una trovata da segnalare.
“Varietà mutanda” – Compagnia del Signor Formicola (Giardini Fresia, 4 settembre, ore 19)
Davvero delizioso lo spettacolo proposto da Alessandro Sanzone in quello che una volta era il Giardino Zoologico, teatro di ricordi infantili per molti cuneesi. Le marionette dell’artista torinese piacciono ai bambini ma anche agli adulti grazie a storie senza parole divertenti, poetiche e a tratti anche malinconiche (soprattutto nel raccontare la solitudine della vecchiaia). Le musiche rétro sembrano uscite dalla colonna sonora di un film di Woody Allen. La rana che canta Verdi e Rossini è uno spasso.
“Pulse” – Andrea Zardi/ZA Danceworks (Cortile dell’ex Ospedale Santa Croce, 4 settembre, ore 23)
Nel disco-club rumoroso e anaffettivo messo in scena da “Pulse” del coreografo Andrea Zardi, tre bravi danzatori (Giovanfrancesco Giannini, Samuele Arisci, Orlando Izzo), fisicamente e caratterialmente molto diversi, mostrano esibizioni egocentriche e vuote (citazioni di voguing incluse), interazioni (corporee e non) tentate e abortite. Una versione contemporanea e affaticante del “divertissement” pascaliano per riempire un vuoto e una solitudine laceranti. Il live set elettronico di Ceci Stuck (tra techno, glitch e ambient inquieta) è azzeccatissimo. Le luci di Omar Scala hanno reso l’antico cortile del Santa Croce un luogo astratto e ipnotizzante.
“Manifesto” – Balletto Teatro di Torino (Fondazione CRC, 5 settembre, ore 18,30)
Nel cortile di via Roma 17, attorno a “Light Signs” (la bella statua con due grandi mani congiunte dell’artista Maïmouna), i danzatori del Balletto Teatro di Torino hanno presentato “Manifesto”. Un lavoro site-specific, ideato e realizzato da Viola Scaglione, nato dalla volontà di rimettersi in gioco dopo la sosta forzata e ritmato dalla notevole colonna sonora elettronica di cui è autore uno degli stessi ballerini, Emanuele Piras.
“Graces” – Silvia Gribaudi/Zebra (Teatro Toselli, 5 settembre, ore 21)
Diventata un nome di punta della nuova danza italiana, la coreografa e performer torinese Silvia Gribaudi si ispira alle “Tre grazie” di Canova, con un’autoironia leggera e spiazzante. Aiutata dai bravissimi Siro Guglielmi, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo, da scelte musicali tra la classica e la techno e da luci da applauso, interagisce col pubblico, dissemina lo spettacolo di sorprese ma soprattutto celebra l’imperfezione, l’accettazione di sé e l’ottimismo, riuscendo persino alla fine a trasformare il palco del Toselli in una sorta di esilarante parco giochi acquatico. Dopo tanti mesi spaventosi, uno spettacolo così è mille volte meglio di un antidepressivo.
L’11 settembre, alle Fonderie Limone di Moncalieri, Gribaudi e soci saranno i protagonisti di “Festa!”, spettacolo inaugurale dell’edizione 2020 di “TorinoDanza”.
“Vertigine di Giulietta” – BlucinQue (Cortile dell’ex Ospedale Santa Croce, 5 settembre, ore 22.30)
In bilico tra circo, danza e teatro, la compagnia diretta da Caterina Mochi Sismondi ha proposto una propria versione del “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, scandita da una colonna sonora basata sulla recitazione di testi in italiano e in inglese, sulla musica suonata o processata dal vivo dalla violoncellista Bea Zanin e ovviamente da ampi brani dell’omonimo e straordinario balletto di Sergej Prokof’ev. Uno spettacolo che forse avrebbe bisogno di una maggiore fluidità e di un alleggerimento delle infrastrutture intellettuali della drammaturgia, ma che possiede momenti già notevolissimi, a partire dalla spettacolare “Danza dei cavalieri” con il numero col fuoco del croato Vladi Ježić. Deliziosa la Nutrice di Giulietta, interpretata – cesto di vimini alla mano – da Maria Rosa Mondiglio, anziana infermiera in pensione che segue il gruppo un po’ da sempre.
“Sinfonia H₂O” – Tecnologia Filosofica (Rive del fiume Stura, 6 settembre, ore 7.30)
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno ci si sarebbe dovuti alzare alle 6 del mattino per assistere ad uno spettacolo teatrale? È invece successo per questo delicato e iper-suggestivo lavoro del gruppo torinese. Sfruttando la particolare luce mattutina, i tre performer hanno celebrato riti arcani, eseguito danze criptiche e misteriose e prodotto dal vivo suoni avvolgenti e materici (splendidi!). Un elogio dell’acqua, “arché” fondamentale sia nei miti che nei primordi del pensiero logico. Elemento insostituibile per la vita ma anche fonte ispiratrice per un mondo sempre più privo di immaginazione e lungimiranza.
“Pillole di ‘Leonardo da Vinci’” – EgriBiancoDanza (Fondazione CRC, 6 settembre, ore 18,30)
Sempre attorno alla statua di Patrizia Maïmouna Guerresi, i ballerini di EgriBiancoDanza diretti da Raphael Bianco hanno presentato delle potenti “Pillole” dal loro ultimo lavoro “Leonardo da Vinci”. Come nelle tavole anatomiche del grande artista/scienziato i corpi dei danzatori sono tesi, contorti fino allo spasimo, modificati come se fossero dissezionati o come se la loro bellezza mostrasse improvvisamente un lato oscuro (alla maniera della pittura di Francis Bacon). Oppure ancora come se i soggetti delle immagini di un manuale di medicina prendessero vita e osservassero colui che guarda in un modo in bilico tra minaccia e accusa.
Complice una colonna sonora elettronica, azzeccata e coinvolgente, la mezz’ora è stata di rara intensità, il luogo (balconi del piano superiori inclusi) usato in modo a dir poco egregio.
Il giorno dopo EgriBiancoDanza ha presentato all’Arena Live Festival il “Gran Gala della Danza”, programmato per il 29 aprile al Toselli e ovviamente cancellato. Oltre a varie coreografie di Bianco (tra cui un assolo basato sulla famosa “Freedom” woodstockiana di Richie Havens), ospiti d’onore erano Elisa Cipriani e Luca Condello, danzatori storici dell’Arena di Verona.
“The Black Blues Brothers” (Arena Live Festival, San Rocco Castagnaretta, 6 settembre, ore 20,30)
Molto divertente lo show dei cinque ballerini-acrobati africani che, sulle note della colonna sonora del celebre film di John Landis con John Belushi, James Brown, Aretha Franklin e Ray Charles, propongono un susseguirsi spettacolare di numeri accattivanti e mozzafiato. Come si suol dire, una serata per grandi e piccini.
“Gran Cabaret Finale” – Circo Zoé & Ospiti vari (Chapiteau Zoé, Parco Fluviale, ore 23)
Oltre ai padroni di casa, erano di scena molti ospiti tra cui i musicisti Baklava Klezmer Soul, il divertente Otto Panzer nel ruolo di presentatore e altri artisti apparsi durante il festival (tra cui un membro di Rasposo) oppure totalmente sconosciuti. Un finale scoppiettante con un pubblico ultra-caloroso.