Il geniale Georges Simenon ci porta questa volta nella provincia normanna tra pescatori, cittadine nebbiose, caffè mesti, pescherecci e profumi di aringhe. Il capitano Pierre Canut viene accusato di un delitto, la vittima è Février, un marinaio che viene trovato sgozzato nella sua abitazione in cima a una scogliera a Fécamp. Mancano del denaro e alcuni documenti. Il fratello gemello Charles sa che è innocente e farà di tutto per dimostrarlo mettendosi alla ricerca del vero colpevole. I due gemelli hanno già sofferto troppo: sono vittime del tragico passato e la loro disgrazia è legata al naufragio del Télémaque, dove il vecchio Canut perse la vita. Una nave inglese trovò il relitto con a bordo alcuni superstiti, tra questi c’era anche Février. E la madre dei gemelli accuserà Février, ritenendolo responsabile della morte del marito in una storia strana che come sempre in un paese che cerca di dare senso a una cosa che non ha senso, prendeva svolti sempre più folli e paradossali, addiritttura di cannibalismo tra i superstiti. Ora in un paese dove tutti si conoscono e sanno della storia di Février e dei Canut, si fa presto ad accusare il povero Pierre, tutto muscoli e forza e sempre irascibile al punto giusto, anche se, da classico giallo ci sono diversi sospettati, un testamento e una vecchia storia sentimentale.
Simenon è davvero un genio e si conferma ancora uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi: con una sorprendente abilità ci conduce nel labirinto intrigato di una storia incredibile presentando un ritratto di un antieroe, un debole che otterrà la sua rivincita di una vita difficile e che gli altri definiscono banale.
Quello che sorprende sempre di Simenon è la capacità di raccontare un dramma psicologico con altissime tensioni narrative, senza un attimo di respiro nella storia che fino alla fine nasconde i suoi misteri.
I superstiti di Télémaque
di Georges Simenon
Adelphi
18 euro