Belle Epoque è espressione che ha un sapore desueto sia nel tempo sia nello spirito. È proprio intorno a questi anni a cavallo di due secoli che si incentra l’originale ricerca di Francesco Bigotti, musicologo e sensibile studioso della realtà musicale cuneese.
Cuneo vive la sua Belle Epoque, sostiene l’autore, in una sorta di “sdoppiamento della personalità” che vede intrecciarsi da un lato una vita sempre alle prese con le difficoltà quotidiane dall’altro il desiderio di mondanità, di divertimento. E il panorama musicale sembra soddisfare ambedue queste direzioni: “È incredibile come in un’epoca in cui non si aveva conoscenza dei mezzi di comunicazione, né mai si sarebbe immaginata un’umanità condizionata dalle più diverse forme di espressione multimediale, la musica trovasse una diffusione così capillare”.
Bigotti, in un libro piacevole e ben lontano dal impervio campo degli addetti ai lavori, documenta attraverso le fonti giornalistiche il pullulare di “congegni sonori” a ogni angolo spesso con effetti sgradevoli per i “ben costrutti orecchi”. Fiere e mercati sono luoghi privilegiati di questo proliferare di sonorità e strumenti che le autorità talora arrivano a vietare e “che Dio li abbia in gloria”.
Sono ancora le note musicali a introdurre il lettore nei numerosi circoli cittadini con i loro “magici rituali” fatti di feste in ogni occasione fino alle prime luci dell’alba, di “toilettes” vistose, di pettegolezzi sussurrati, ma certo ben compresi da tutti. Grazia e vanità si incontrano e esaltano uno stile di vita borghese e esclusivo quasi guardato dalla finestra dal cronista della rubrica “il mondo che si diverte”.
Il libro va però a esplorare anche contesti per così dire più ufficiali e strutturati con le loro manifestazioni musicali. È il caso delle vicissitudini della banda, delle corali e delle “voci dell’anima”, cioè di quella produzione e esecuzione di “musica degli altari” che, sottolinea l’autore, a Cuneo ha incontrato qualche difficoltà nel ritagliarsi uno spazio adeguato, ma ha poi trovato in Lorenzo Perosi il suo momento più elevato.
Il panorama musicale offerto da Francesco Bigotti si completa infine con un ultimo capitolo dedicato a uno sguardo, singolare per Cuneo, su musica e progresso con la presentazione di strumenti insoliti o dall’insospettato futuro come il “fonografo o macchina parlante”. Un campo a cui alcuni concittadini hanno dato un loro contributo come i fratelli Quaglia fabbricanti di pianoforti a manovella che all’esposizione di Genova del 11908 vincono la medaglia d’oro, o la ditta Merlino Oreste o ancora Luigi Caldera, inventore di strumenti come il melopiano o il calderarpa. Nomi stravaganti che nascondono genialità e sicura padronanza della tecnica.
La vita musicale a Cuneo negli anni della Belle Epoque
di Francesco Bigotti
Nerosubianco
20 euro