Cuneo – Godevano della fiducia dell’azienda per cui lavoravano (macchinari agricoli, alle porte del capoluogo), il padre come trasportatore e il figlio come magazziniere, ma ne approfittavano da tempo per sottrarre materiale e ricambi da rivendere in nero in un loro “mercato parallelo”: per i due (58 e 26 anni, di Cuneo) sono scattati gli arresti domiciliari, con l’accusa di furto aggravato e continuato in concorso. Con l’operazione “Di padre in figlio” la Squadra Mobile della Questura, guidata da Pietro Nen, ha ricostruito (da marzo alle scorse settimane) il modo di agire dei due: il figlio si occupava di “far uscire” la merce dal magazzino dell’azienda, il padre nelle sue consegne provvedeva (anche con alcune “deviazioni”) a consegnare materiale al di fuori di quello destinato al trasporto. Oltre al camion utilizzava anche la propria vettura, rifornendola però con il carburante sottratto all’azienda. Ricostruito e documentato il quadro, i poliziotti hanno poi controllato una struttura, in uso ai due, in cui era stato stoccato il materiale: da una stima dell’azienda stessa, il valore commerciale del materiale in ammanco superava i 200.000 euro. Inoltre sono stati trovati 11.000 euro in contanti e sono stati recuperati circa 2.500 litri di gasolio. Nel corso delle indagini i poliziotti erano anche venuti a conoscenza di “voci” su un mercato dei ricambi e dei componenti a metà prezzo rispetto al costo: l’ordine di grandezza dei prezzi di rivendita è stato confermato. I viaggi con le “consegne” del materiale sono stati riscontrati nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, ma anche Venezia, Udine e Rieti. Nel video, le immagini di alcune fasi delle indagini della Polizia di Cuneo.