Cosa resterà di quegli aanni Ottanta. Cantava così una canzone famosa di Raf. Adolfo Scotto di Luzio professore di Storia della pedagogia all’Università di Bergamo, cerca di raccontare un decennio fondamentale del secolo scorso tra, come recita il sottotiolo, “Politica e illusioni di una generazione nata troppo tardi”. Un decennio che non è facile da raccontare tra contrapposizioni forti. Da una parte una generazione di giovani edonisti, effimeri, frivoli e dall’altra giovaniattraversati da passioni politiche profonde, da tutti gli entusiasmi capaci di dare forma all’esperienza collettiva. Ovviamente passioni che passano attraverso i mezzi di comunicazione che si affacciano sempre più potenti e dall’altra la musica.
Anni che hanno visto da una parte il concludersi di un’epoca quella del Sessantotto e della grandi trasformazioni sociali ma dall’altra l’inizio diun mondo nuovo, interconnesso e globale. Un mondo che si avvicina alla fine del secolo. Ci sono gli yuppies, i paninari, le finte bionde, le casalinghe che giocano in Borsa, i Rambo di Sylvester Stallone e I fichissimi di Diego Abatantuono. Ci sono anche i fatti tragici, tanti, troppi: strage di Bologna, scandalo dei petroli, terremoto in Irpinia, Ustica, assassinio di Walter Tobagi, dell’ingegner Taliercio, del generale Dalla Chiesa, sequestro Dozier, l’attentato al Papa.
Un decennio fondamentale per leggere il passato ma per capire oggi e scrutare il futuro.
Nel groviglio degli anni Ottanta
di Adolfo Scotto di Luzio
Einaudi
30 euro