Il periodo di incertezza vissuto durante i mesi più acuti della pandemia è stato particolarmente ricco di sondaggi fra la popolazione degli Stati membri. L’Istituzione europea che ha maggiormente investito nell’opinione dei cittadini europei è stato indubbiamente il Parlamento europeo, il quale ha pubblicato, nei giorni scorsi, un breve rapporto sull’impegno civico e sulle attività delle organizzazioni della società civile (OSC).
Se da una parte gli intervistati, in tutti i Paesi UE, non mettono in dubbio il valore delle attività delle OSC, non tutti sono pienamente soddisfatti della trasparenza e della comunicazione al pubblico di tali attività. Ma la differenza di opinione cambia e varia soprattutto sulle priorità di cui la società civile dovrebbe farsi carico. Risulta infatti che, per il 57% della popolazione europea intervistata, la salute pubblica e la sicurezza alimentare è diventata la priorità, seguita dall’ambiente e dai cambiamenti climatici con il 53%. Con un forte distacco si piazza l’istruzione e la formazione professionale al 33%, lo sviluppo sostenibile e l’aiuto umanitario al 30%, i diritti umani e fondamentali al 24%, la gioventù al 20%, la protezione sociale al 19% e la scienza e la tecnologia al 16%.
Il rapporto del Parlamento, raffrontando nuovi e vecchi dati, sottolinea come il coronavirus abbia ricomposto le priorità nella percezione dell’impegno civico da parte dei cittadini europei in questi ultimi mesi di pandemia.