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Domenica 22 dicembre 2024

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Ferrovia Cuneo-Mondovì da rilanciare, altroché piste ciclabili su rotaie

Lettera aperta dell'Associazione Ferrovie Piemontesi sul nuovo studio dell'Agenzia della Mobilità Piemontese

La Guida - Ferrovia Cuneo-Mondovì da rilanciare, altroché piste ciclabili su rotaie

L’Associazione Ferrovie Piemontesi scrive una lettera aperta elebatorata in relazione all’uscita del nuovo studio dell’Agenzia della Mobilità Piemontese sulla questione della linea Cuneo-Mondovì.

Egregio Direttore,

Questa storia si intitola “Nei guai” ed è di Oliver Jeffers, al quale chiediamo scusa se la prendiamo a prestito per riferirci a degli adulti. O magari ne sarebbe contento.

Un aquilone rosso, il giocattolo preferito di un bimbetto di nome Leo, finì per sfortuna sui rami di un albero alto alto. Leo provò a scrollare l’albero, ma quello non si muoveva né l’aquilone si staccava. I veri guai cominciarono quando a Leo venne in mente di liberarlo lanciando la sua scarpa preferita; rimase anch’essa incastrata. Dopo aver continuato a lanciare alcune cose (l’altra scarpa… persino il suo gatto), Leo prese… una scala!
E la lanciò.
Leo sperava che ciascun oggetto liberasse il precedente: ad esempio, lanciò un orangotango per liberare il lattaio che aveva lanciato sull’albero per liberare l’auto di famiglia, lanciata per liberare la porta di casa. E avanti così, persino una balena e il camion dei pompieri, con i pompieri sopra, passati per caso da quelle parti, che avevano chiesto se servisse una mano. Rimase tutto incastrato sull’albero.
Alla fine, incidentalmente, l’aquilone si staccò… dopotutto non c’era più posto.
E Leo era felicissimo! Aveva nel frattempo dimenticato del tutto il suo aquilone, preso com’era dal meccanismo tiro-incastro-tiro-incastro che sembrava infinito… e così ricominciò a giocarci immediatamente. Poi andò a dormire esausto, anche se gli rimase il dubbio di aver tralasciato qualcosa…

Avete capito?
L’area cuneese delimitata da Saluzzo, Cuneo e Mondovì è un’area cluster interessata da un flusso compreso nell’intervallo 40.000- 70.000 spostamenti sistematici/giorno, collegata alle altre aree cluster fuori e dentro il Piemonte da corridoi attraverso i quali si concentrano quei flussi. Esistenti e potenziali. Da questi dati, che leggete nell’immagine allegata, che è stata elaborata nell’ultimo PRMT della Regione Piemonte, discende una e una sola domanda: come faccio a regolare questo enorme volume di persone e di mezzi che attraversano la mia Regione?
L’aquilone rosso perso da Leo.

Semplice: censisco i mezzi che ho già… le infrastrutture ferroviarie e stradali. Mi accorgo che ho a disposizione una rete bell’e pronta, che unisce le aree cluster percorrendo, guarda caso, i corridoi esistenti e potenziali; la attivo o la potenzio con il sistema che mi permette il massimo del risultato effettivo e reale per collegare più persone possibili a più punti possibile del territorio.
Siccome mi occupo di mobilità, mi interessa che i tanti spostamenti si muovano per dove vogliono andare, nel minor tempo possibile e con il mezzo che permette loro il massimo del risultato . Per cui riconnetto le maglie della rete rotte, ottimizzo i mezzi che devono percorrerla, sapendo che i costi e i ricavi della mia operazione, per le norme, vengono calcolati sull’intero bacino della rete regionale.
Cioè: Leo avrebbe dovuto salire sulla scala e prendere l’aquilone, così avrebbe giocato un sacco di tempo in più.

Invece il nostro Leo ha continuato a sprecare tempo e risorse ragionando come se ogni linea ferroviaria e tutto quello che la condiziona fossero oasi in mezzo al deserto, e non nel bel mezzo del Piemonte e appartenente all’intero sistema dei trasporti regionali. Oppure ostinandosi a riferirsi ai dati dei passeggeri dei tempi brutti, quando c’erano, ad esempio sulla Cuneo-Mondovì, 8 coppie di treni non cadenzate, con fermate disomogenee tra una corsa e l’altra, non in coincidenza con le altre linee a Cuneo e a Mondovì, che per giunta, spesso, venivano soppresse. È ovvio che quei dati siano pessimi.
Poi Leo, nel tentativo di far scendere l’aquilone, ha perseverato nel metodo, vale a dire ha confrontato treno e autobus: due mezzi molto diversi tra loro, con capacità di carico, velocità e costi estremamente differenti, incolpando il treno che non c’è di non portare abbastanza gente rispetto al bus!
Forse Leo non sa che i passeggeri non vanno cercati soltanto su quelli che passerebbero dal bus al treno, ma soprattutto in quella stragrande parte dei flussi di spostamento quotidiani che continuano a rimanere senza gestione, e che quindi ricorre al mezzo privato…
E forse non sa neppure fare i conti della serva, cioè che 3 milioni di euro spesi per 33 km di ferrovia sono proprio pochi, e che gli sta costando molto di più lanciare idee a caso, tipo le piste ciclabili sulle rotaie, giusto perché van di moda, fan fine e, apparentemente, non impegnano.
Cioè Leo continua a tirare balene, oranghi, porte, lavandini, lattai e persino i pompieri che avrebbero potuto aiutarlo (i dati della Regione Piemonte, i suoi propri, insomma), perché era diventato quello, nel frattempo, il giochino che lo stava facendo divertire di più.

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