Si è conclusa il 27 giugno scorso la campagna mondiale “Obiettivo globale : uniti per il nostro futuro”, avviata dalla Commissione europea e dall’organizzazione internazionale per la difesa dei cittadini “Global Citizen”. L’obiettivo principale era quello di mobilitare fnanziamenti supplementari per sviluppare e garantire un accesso equo a vaccini, test e cure contro il coronavirus. I fondi saranno destinati in particolare alle regioni e alle comunità più fragili del mondo, in modo tale che tutti possano avere accesso alle cure.
La campagna ha permesso di raccogliere 6,15 miliardi di euro supplementari e si è conclusa con un vertice mondiale dei donatori e un mega concerto virtuale al quale hanno partecipato grandi e meno grandi cantanti e musicisti di tutto il mondo.
Ma proprio a pochi giorni dalla conclusione di questa campagna mondiale, sono giunti dagli Stati Uniti gli echi di un’America first anche nella pandemia. L’amministrazione americana, in difficoltà varie ma soprattutto di fronte alla propagazione del virus, si è assicurata tutte le scorte del remdesivir, un farmaco approvato dalle autorità locali che permette di curare il Covid 19. Un gesto difficile da apprezzare di fronte ad una pandemia e che ha fatto dire a qualcuno: “Immaginate se si fosse trattato di un vaccino.
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