È stata approvata dalla Consob in data odierna, 26 giugno, l’offerta pubblica di scambio volontaria e totalitaria lanciata da Intesa San Paolo il 17 febbraio nei confronti di Ubi Banca. Un passo avanti nella proposta di concambio tra azioni San Paolo e azioni Ubi che propone agli azionisti di Ubi di scambiare i loro titoli in rapporto di 1,7 a 1 (circa il 30% in più del valore di mercato del valore di quel giorno). L’offerta potrà quindi partire prima dell’estate: sarà valida dal 6 al 28 luglio e coinvolgerà anche la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo che di Ubi è il primo azionista (esclusi i fondi) con il 5,91 % delle azioni per un valore che al 31 dicembre scorso ammontava a 196 milioni di euro.
“Con l’approvazione da parte della Consob, si compie un ulteriore significativo passaggio e si avvia l’offerta promossa da Intesa Sanpaolo che si contraddistingue come un’operazione di mercato rivolta direttamente a tutti gli azionisti di Ubi Banca, con l’obiettivo di rafforzare la posizione degli stakeholders dei due gruppi nel panorama bancario europeo – ha affermato il Ceo di Intesa, Carlo Messina -. Alla base di questo obiettivo abbiamo posto la prospettiva di una realtà bancaria caratterizzata dal profondo radicamento territoriale, grazie alla creazione di quattro nuove direzioni regionali, con elevata autonomia creditizia e gestionale, situate a Bergamo, Brescia, Cuneo e Bari, per le quali verranno valorizzate le migliori capacità manageriali di Ubi Banca.Nel triennio 2021 – 2023 sono previste ulteriori erogazioni di credito per 10 miliardi l’anno a sostegno dell’economia reale, grazie al rafforzamento della prossimità al tessuto produttivo. Non sono previste riduzioni di credito ai clienti comuni.
Puntiamo al pieno coinvolgimento delle Fondazioni Territoriali di UBI per fornire un consistente supporto alle comunità territoriali, con un’attenzione particolare alle ricadute sociali. Prevediamo 2.500 assunzioni di giovani per supportare la crescita del Gruppo, promuovendo il ricambio generazionale e sostenendo l’occupazione, con un’accresciuta attrattività per nuovi talenti e maggiori opportunità di crescita professionale e di carriera.
Saremo ancor più il motore della crescita sostenibile e inclusiva, impegnato a affermarsi come punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale, a supportare l’economia circolare a rafforzare le iniziative a sostegno delle persone in difficoltà. La forza di questo progetto si basa sulla solida relazione – che consolideremo ulteriormente – tra la banca, i progetti delle famiglie e le capacità degli imprenditori appartenenti alle comunità in cui opereremo.
La piena valorizzazione delle potenzialità presenti in Intesa Sanpaolo e Ubi potrà permettere la creazione di valore per gli azionisti, tramite la distribuzione di flussi di dividendi sostenibili nel tempo.
Da momento in cui abbiamo comunicato l’intenzione di lanciare la nostra offerta fino al via libera da parte della Consob, abbiamo seguito un percorso contraddistinto da tappe importanti, segnate dalle valutazioni di autorità regolatorie, nazionali e sovranazionali.
Bce, Banca d’Italia e Ivass hanno autorizzato l’operazione di acquisizione del controllo di Ubi, anche alla luce di valutazioni aggiornate e prospettiche.
Abbiamo ottenuto il via libera di Consob, dopo un esame che si è in particolare concentrato su come la nostra offerta si ponga in maniera pienamente corretta nei confronti del mercato.
L’ampiezza di tutte le analisi compiute conferma che l’operazione è stata valutata positivamente, anche in chiave prospettica, soprattutto con riferimento alla sana e prudente gestione, alla capacità di rispettare nel tempo obiettivi di patrimonializzazione, liquidità, presidio dei rischi, redditività, livello di servizio alla clientela, conformità alle norme.
Si tratta di un’operazione basata su solidi fondamentali industriali, in grado di rafforzare il sistema finanziario italiano, in un contesto in cui è richiesto agli operatori di sviluppare la capacità di competere nell’interesse del Paese. A questo punto, come deve avvenire in un mercato trasparente, la parola passa agli azionisti. Al termine di questo iter spetta solo a loro decidere”.