Cuneo – Un incontro aperto lunedì 22 giugno e poi forse anche a Cuneo la manifestazione “Priorità alla Scuola” di giovedì 25 giugno. La scuola è l’argomento del momento per le famiglie cuneesi che vorrebbero capire che cosa si farà a settembre e come inizierà la scuola. La data, non ancora ufficiale, del ritorno è il 14 settembre, ma ci sono ancora troppi ma. E i genitori lo sanno per cui da tempo a Cuneo si stanno muovendo.
L’associazione “Non una di meno” di Cuneo ha scelto la strada dell’assemblea pubblica lunedì 22 giugno, alle ore 18,30, alla Casa del Quartiere Donatello in via Rostagni 27 per discutere e capire sulla scuola che sarà, anticipata da una lettera aperta a chi, in questi mesi, si è interrogata su quanto accade nella scuola. L’iniziativa è per “riportare all’ordine del giorno dell’agenda pubblica l’istruzione e la pedagogia, nell’ottica di costruire una scuola diversa- scrivono -. Crediamo sia fondamentale che tutte le soggettività che si sentono toccate dalla questione educativa si incontrino in maniera pubblica e collettiva per parlare di scuola da costruire, superando le criticità che c’erano già prima della pandemia Covid-19… Gli ultimi due mesi di didattica a distanza hanno messo in luce problemi e criticità che esistevano già. La crisi della scuola arriva da lontano”.
Intanto non si sa ancora se anche la piazza di Cuneo sarà una delle sedi della manifestazione di giovedì 25 giugno alle ore 18 di “Priorità alla Scuola” che vedrà in tutta Italia la partecipazione di insegnanti, genitori, educatori e studenti della scuola e dell’università, affinché il diritto all’istruzione sia garantito a tutti, sotto lo slogan “Spazio per la scuola, spazio alla scuola: ora o mai più”.
La manifestazione ha dieci punti all’ordine, 6 cose che si vogliono e 4 da evitare perché la comunità scolastica ha bisogno di ripartire in presenza a settembre “perché senza scuola non c’è politica, non c’è giustizia, non c’è uguaglianza, non c’è crescita, né umana, né economica”.
Le richieste sono chiare: risorse straordinarie; personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola; assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali; la possibilità che i Comuni e le Province trovino spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado; investimenti strutturali per l’edilizia scolastica; e prevenzione sanitaria nelle scuole. Altrettanto chiaro è quello che non si vuole: la riduzione del tempo scuola; l’esternalizzazioni (tutto lavoro precario) per completare il tempo scuola; le ore di 40 minuti, e la Dad come parte strutturale dell’orario di scuola.