Nella nostra società capita sempre più spesso che i matrimoni finiscano quasi senza clamore. Hornby decide invece di descrivere la lotta di una coppia per non scoppiare. Per farlo, ricorre a una trovata brillante: invece di descrivere la terapia di coppia, si concentra sulle discussioni con protagonisti i due coniugi. Tom, è un critico musicale disoccupato, e Louise, è una gerontologa: sono sposati da anni e credono di aver costruito un matrimonio solido, perfetto, finché un piccolo errore mette in crisi il loro rapporto. L’unica cosa da fare è cercare di tenere insieme i cocci, rivolgendosi a un terapista di coppia. Ma prima di ogni seduta Tom e Louise si fermano al pub, per scegliere i punti da trattare col terapista. Ed è proprio in quei momenti che la coppia analizza punto per punto il loro rapporto, in uno scambio esilarante di botta e risposta. Ma il matrimonio si può davvero analizzare come fosse una macchina, smontare e poi ricostruire, funzionante? In quel pub i due discutono davvero di tutto, dalle parole crociate fino alla Brexit, perché uno ha votato a favore e uno contro. Quella che emerge in questo romanzo divertente e profondo, mai banale e ironico, scritto da uno dei grandi autori inglesi viventi, è una realistica ed esilarante descrizione della Gran Bretagna di oggi (non a caso il titolo “Lo stato dell’unione” può anche far pensare a una situazione generale ed europea, e non solo il matrimonio, se si legge tra le righe), dell’amore e dei sentimenti.
Lo stato dell’unione
di Nick Hornby
Guanda
16 euro