Torino – L’Unità di crisi della Regione Piemonte, allestita 113 giorni fa per fronteggiare l’emergenza pandemia, chiude i battenti. L’organismo continuerà a operare solo con un presidio di reperibilità, tutti i giorni e 24 ore su 24, presso la Protezione civile, mentre il personale che vi ha fatto parte è tornato alle strutture di provenienza. Tutte le funzioni, comunque, verranno riattivate in caso di necessità. Era il 22 febbraio quando arrivò la conferma del primo caso di positività al covid-19 a Torino di un uomo di 40 anni che aveva avuto contatti con un familiare di un contagiato della Lombardia. Fu così attiviata l’Unità di crisi regionale inizialmente composta da 6 membri sotto la supervisione dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, e la guida di Mario Raviolo, direttore del 118, poi sostituito da Vincenzo Coccolo, nominato commissario straordinario per l’emergenza sanitaria. A fine aprile l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha affidato a Paolo Vineis, 69 anni, originario di Alba, epidemiologo di fama internazionale, la responsabilità della nuova Area di programmazione epidemiologica a supporto alla Pianificazione strategica. L’organismo è stato via via affiancato dal gruppo di esperti sulla fase 2, guidato da Ferruccio Fazio, ex ministro della Salute e attuale sindaco di Garessio, e dal gruppo per la riorganizzazione rete ospedaliera, presieduto dal dottor Giovanni Monchiero.
Pochi giorni fa la Giunta regionale ha istituito il Dipartimento sanitario interaziendale funzionale “Malattie ed emergenze infettive”, che si occuperà del coordinamento delle diverse Unità operative delle aziende sanitarie coinvolte nella gestione delle malattie infettive e delle relative emergenze e che dovrà garantire il coordinamento nell’ambito della gestione dell’emergenza covid-19 senza soluzione di continuità rispetto a quanto svolto dalle competenti aree funzionali dell’Unità di Crisi regionale, a sua volta attiva fino alla completa attivazione della nuova struttura. La nuova struttura di carattere ordinario sarà operativa presso l’Asl Città di Torino e potrà attingere alle esperienze e alle competenze maturate dall’Unità di crisi. “La sospensione dell’attività dell’Unità di crisi – spiega il commissario straordinario Vincenzo Coccolo – è da intendersi positivamente. Con il procedere degli eventi l’organizzazione dell’Unità di crisi è stata progressivamente rimodulata e ora, in quella che possiamo definirire una fase 2 molto avanzata per il Piemonte, ha assunto la veste attuale”.