Sampeyre – Mentre le indagini della Guardia di Finanza procedono, si apprendono nuove notizie sulla ‘Sampeyre Turismo’, che si è riunita per deliberare lo scioglimento della società. Nella riunione del 20 maggio, erano presenti il sindaco e il vicesindaco di Sampeyre (Domenico Amorisco e Roberto Dadone, il municipio è socio al 60 per cento), il vicepresidente della Sampeyre Turismo Gianfranco Martino, con i consiglieri Mauro Giraudo e Pietro Edoardo Pioli. Presente anche il socio Fabio Giusiano. C’era anche il nuovo revisore dei conti Daniele Tomatis di Cuneo. Nella discussione, Tomatis ha spiegato di essere stato contattato da Gianfranco Martino (del ‘Torinetto’) “con la proposta di occuparsi della liquidazione della società”. Tomatis ha accettato, ma “dato il tempo ristretto intercorso e l’urgenza di provvedere alla nomina”, non gli è stato possibile effettuare un’analisi approfondita della situazione contabile e patrimoniale della società. Tomatis ha sottolineato “che con la collaborazione del Cda dimissionario, mi riservo di effettuare una precisa ricognizione della contabilità della società, per acquisire le esatte informazioni e i documenti oggi non ancora disponibili. Confido che non emergano aspetti nuovi molto significativi, tuttavia preciso che se si dovessero manifestare fatti di particolare di particolare entità riferiti a periodi antecedenti al 28 maggio 2020, eventuali responsabilità saranno totalmente a carico del Cda in carica fino al 28 maggio e nessun addebito in tal senso potrà essere riferito al commissario liquidatore”. Daniele Tomatis “nel caso emergessero fatti di rilevante gravità”, si è riservato “la facoltà di rinunziare all’incarico e di rassegnare le dimissioni per giusta causa, maturando pertanto il diritto a percepire il compenso concordato” di diecimila euro. Il Cda della “Sampeyre Turismo” ha deliberato con voto unanime lo scioglimento e la messa in liquidazione della società “per l’impossibilità di conseguire l’oggetto sociale e il funzionamento”. Tomatis sostituisce Roberto Bono di Brossasco, che si era dimesso il 21 novembre 2019 “per sopravvenuti impegni e per l’impossibilità di svolgere il proprio incarico”.