Mondovì – Niente estate ragazzi nelle parrocchie della diocesi di Mondovì. L’ufficialità è contenuta in una lettera che riporta le indicazioni circa l’organizzazione delle attività estive di pastorale giovanile, inviate dal vescovo Egidio Miragoli ai sacerdoti del territorio. “Il virus regredisce – si legge sul documento -, ma purtroppo permane , comportando una normativa assai esigente, che molto vincolerebbe le attività e pesantemente graverebbe di responsabilità gli organizzatori. I quali, è bene ricordarlo, nel nostro caso sono le parrocchie e non delle agenzie educative specializzate che operano con figure professionali e criteri commerciali. Nelle attuali condizioni si troverebbe in difficoltà una realtà come quella degli oratori, basata sul volontariato e sul coinvolgimento di educatori molto giovani mossi dall’entusiasmo e dalla passione per il lavoro educativo con i più piccoli, ma esposti al rischio dell’errore o della impreparazione a fronte di norme rigide e severe e in un periodo di non ancora estinta pandemia. Pertanto per quanto riguarda la nostra diocesi si ribadisce la sospensione di tutti i campeggi, campi scuola ed iniziative spirituali di carattere diocesano e parrocchiale. Per i mesi di giugno e luglio è prorogata la chiusura dei locali parrocchiali e degli oratori, le parrocchie non intraprenderanno iniziative formative o ricreative, né occasionali (riunioni, pranzi, cene), né in maniera programmata e continuativa (oratorio estivo). Infine restano chiusi i cortili le aree gioco, gli impianti sportivi e qualunque struttura simile. Qualora altri enti proponessero di organizzare attività estive per i ragazzi e gli adolescenti, sotto la loro responsabilità e in luoghi propri, in collaborazione con le parrocchie, queste potranno valutarne l’opportunità sul piano pastorale, purché non siano richieste o coinvolte le strutture parrocchiali, né la responsabilità dei sacerdoti. Le disposizioni sono vincolanti per tutta la diocesi, anche per la parte ligure e hanno soprattutto l’obiettivo, nell’attuale fase di transizione e comunque ancora di rischio, di tutelare al massimo la salute dei ragazzi, degli adolescenti e delle loro famiglie”. Infine l’invito rivolto ai sacerdoti e ai loro collaboratori “a valorizzare, in alternativa e con creatività, tutti quei mezzi e quelle possibilità che risultano utili a mantenere vivi i legami con le persone e a praticare la fede, così da essere pronti, al momento opportuno, a riprendere l’attività pastorale in una modalità ordinaria”.