Cuneo – Lannutti spa, il colosso cuneese delle spedizioni, trasporti e logistica integrata, ha comprato l’ex stabilimento Michelin di Fossano. 270.000 metri quadrati, che formeranno un nuovo centro di logistica che servirà non solo la provincia e il basso Piemonte ma che vuole diventare una piattaforna in grado di intercettare flussi che oggi escludono la provincia Granda. Un centro di logistica che non andrà a sostiuirsi ma andrà ad affiancarsi sinergicamente alle attuali piattaforme Lannutti, quella storica di Madonna dell’Olmo e quella di Mondovì.
Un investimento importante per un’azienda leader europea del settore, presente in otto Paesi (Italia, Belgio, Spagna, Francia, Repubblica Ceca, Romania, Germania, Polonia), che conta 2.000 dipendenti di cui 500 lavoratori nella provincia di Cuneo, una flotta di 3.450 mezzi, 350 kmq di magazzini in un milione di metri quadrati di area totale, e un fatturato che supera i 250 milioni.
L’investimento è di quelli sostanziosi e va a recuperare un’area industriale enorme dismessa da quel 5 novembre 2015, quando la multinazionale della gomma decise di chiudere uno dei due stabilimenti della provincia.
“In un momento particolamente difficile come questo segnato dall’epidemia del Covid-19 e dai suoi effetti pesantissimi sul tessuto economico ed industriale, abbiamo voluto fare un’operazione importante di fiducia e ottimismo nelle capacità di reazione del tessuto imprenditoriale della provincia e nelle forze vitali, sia pubbliche che private, che la Granda è in condizioni di attivare – spiega Franco Ghiglione, direttore generale della Lannutti spa – per costituire un vero e proprio sistema logistico, che sarà dotato di soluzioni tecnologiche all’avanguardia e potrà offrire prospettive di impiego interessanti in un settore, quello logistico, di grande attualità. Una grande piattaforma di un sistema logistico integrato che va a recuperare uno spazio morto, evitando il consumo di nuovo suolo, ma attraverso la riqualificazione di un sito industriale dismesso a cui attribuire una nuova vocazione economica”.
Una scelta ancora più coraggiosa di questi tempi e in una provincia da sempre dimenticata dal punto di vista delle infrastrutture con opere che sono decenni che aspettano di essere concluse. La piattaforma fornirà servizi al tessuto industriale della provincia e del basso Piemonte ma vuole anche intercettare flussi che oggi non toccano il territorio, quelli che non fanno riferimento ai porti di Savona e Genova e che raggiungono in ogni caso la pianura Padana, i Paesi del Nord dell’Europa, la Francia e la Germania.
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