Una battaglia durissima è in corso tra il primo e il quarto gruppo bancario nazionale. Intesa San Paolo e Ubi Banca.
Tutto nasce dall’Offerta pubblica di scambio (Ops), lanciata in modo “amichevole” da Intesa San Paolo il 17 febbraio. Un invito agli azionisti di Ubi a cedere le loro azioni ad un prezzo – al momento dell’offerta – superiore a quello di mercato. La modalità è il concambio: azioni Intesa in cambio delle azioni Ubi. E per rendere allettante lo scambio il controvalore offerto è stato di circa il 30% in più del valore di mercato di quel giorno.
Per concretizzare l’acquisizione di tutte o di almeno la metà più una delle azioni, la strada è ancora lunga. Irta di passaggi tecnici e burocratici, verifiche e valutazioni. Ci vorranno mesi per un esito che non appare per niente scontato. L’iter, in questa sede, non interessa molto. Interessa l’esito finale. Perché l’Offerta investe in pieno la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo che di Ubi è il primo azionista (esclusi i fondi) con il 5,91 % delle azioni 196 milioni di euro il valore al 31 dicembre scorso).
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