Cuneo – I sindacati dell’edilizia si schierano con forza contro la decisione di sospendere il Durc (dichiarazione unica di regolarità contributiva) fino a fine novembre, nell’ambito del provvedimento “Riparti Piemonte”: un regalo a chi non rispetta le regole, secondo i rappresentanti dei lavoratori.
“È evidente a tutti che a farne le spese saranno i lavoratori che perderanno pezzi importanti di salario e contribuzione e le imprese regolari che verranno spinte fuori mercato”, sottolineano insieme le organizzazioni regionali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, che non escludono di impugnare la decisione con un ricorso al Tar.
Giuseppe Manta, segretario generale Feneal-Uil Piemonte: “Il presidente Cirio, decidendo di non ascoltare ancora una volta i tanti appelli di chi rappresenta i lavoratori del settore, commette un clamoroso errore. Sospendere il Durc non significa sburocratizzare, tutt’altro: significa liberalizzare in maniera incontrollata e selvaggia colpendo le imprese serie e favorendo le irregolarità. Quando a dicembre molti lavoratori, per colpa di questa norma, non prenderanno la tredicesima, vorrà dire che li porteremo sotto il palazzo della Regione”.
Massimo Cogliandro, segretario generale Fillea-Cgil Piemonte: “Ciò che preoccupa maggiormente è che la scelta della giunta Cirio è stata chiara e consapevole. Evidentemente oggi, per una parte della politica, la regolarità e la legalità sono da considerarsi un freno all’economia. Il Durc, obbligatorio in edilizia dal 2005, fu introdotto proprio per distinguere e proteggere le imprese regolari (quelle che pagavano correttamente tasse e stipendi ai lavoratori) da quelle irregolari, con l’obiettivo di impedire la concorrenza sleale. Con questa scelta scellerata di sospenderlo la giunta Cirio fa passare un messaggio ambiguo e pericoloso, riportando un settore delicato e border line in Piemonte al far west precedente all’introduzione della norma”.
Piero Tarizzo, Filca-Cisl Piemonte: “Il Durc, sospeso dalla Regione fino al 30 novembre, non è burocrazia né una tassa aggiuntiva, ma certifica il versamento dei contributi, Inps e Inail ai lavoratori per la pensione, la sanità e gli infortuni, più le loro ferie, tredicesima e Tfr in Cassa Edile. Sono soldi sacrosanti dei lavoratori. Senza versare i soldi del Durc 30.000 operai in Piemonte già penalizzati dalla cassa integrazione e dai mancati anticipi delle banche, non avranno neppure i soldi delle ferie. Avremo una tensione sociale non più gestibile. Oltre al danno anche la beffa: le imprese furbe che non pagheranno risulteranno in regola per gli appalti, portando via il lavoro e benefit a quelle sane che hanno pagato”.