Sembra che la grande emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus stia gradualmente allentando la sua morsa.
Una decisione ancora molto attesa, non foss’altro che per il suo peso simbolico, è la riapertura delle frontiere all’interno dell’Unione Europea, il ripristino di quell’area Schengen che aveva permesso, fino a due mesi fa a tutti i cittadini europei di spostarsi da un Paese all’altro senza controlli, senza passaporti e, spesso, senza dover cambiare moneta.
Non sfugge a nessuno l’importanza di uno stretto coordinamento fra gli Stati membri e l’Unione Europea affinché quello spazio comune, costruito con difficoltà e con significativo trasferimento di sovranità nazionale, venga riaperto affinché non si metta in pericolo uno dei tasselli più importanti dell’integrazione europea.
È un richiamo lanciato la settimana scorsa anche dal Parlamento europeo, ricordando quanto pericoloso sia non fissare un giusto limite a misure straordinarie e di emergenza, con il rischio che queste ultime diventino permanenti.